Economia

Angelo Abbondio, il nostro saluto a un uomo intelligente e buono

Da “Guru” della Borsa di Milano divenne all'inizio degli anni Novanta un filantropo intelligente e capace di coinvolgere tanti nei suoi progetti che sceglieva dopo attenta valutazione e seguiva in prima persona. Tra le opere da lui incoraggiate anche la nostra avventura editoriale indipendente

di Riccardo Bonacina

Ieri, 6 settembre all’età di 81 anni è salito al cielo Angelo Abbondio. È stato un protagonista del mondo della finanza raccontano le cronache e la biografia. Come scrive Il Sole 24 ore: “la sua intuizione più importante fu quella di costituire il Fondo di Investimento Professionale nel 1983, quando il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, con un colpo da maestro, riuscì a far passare la legge istitutiva riunendo attorno a sé nove colleghi di Borsa, raccolse in un periodo brevissimo mille miliardi di lire di patrimonio gestito”. Fu così che divenne il «Guru» della Borsa Italiana.

È un pezzo della sua biografia che non abbiamo vissuto, io, noi, tutto il gruppo di Vita, lo ha conosciuto nella stagione in cui Angelo Abbondio decise di restituire il tanto che aveva ricevuto diventando un mecenate e un benefattore. Per esempio acquistò il dipinto La Fiumana di Pellizza da Volpedo e decise di donarlo alla Città di Milano, alla Pinacoteca di Brera.

Nel 1993 nasce su sua personale iniziativa la Fondazione Umano Progresso con cui finanzierà innumerevoli opere di carità in Italia e nel mondo. Creò una scuola di agricoltura in Uganda, a San Salvador di Bahia in Brasile promosse una scuola per quattrocento bambini tuttora in funzione. A Milano finanziò un ristorante gestito da disabili tuttora in perfetta efficienza e fece una donazione all’Ospedale di Niguarda di un intero reparto di anestesia e rianimazione. Con la stessa intelligenza e prontezza con cui divenne il “Guru” della Borsa, si fece moderno filantropo, attento a ogni proposta, che valutava con moltissima attenzione, seguendo poi le fasi attuative dei progetti.

Don Franco Berti, l'amico sacerdote che lo ha accompagnato nei suoi ultimi giorni racconta (qui) come Angelo Abbondio sapeva coinvolgere amici e colleghi, scrive: “Coinvolse con entusiasmo i suoi colleghi (tra cui il dott. Ventura, allora presidente della Borsa di Milano, il prof. Fumagalli, economista di fama europea e internazionale, e molti altri ancora) a trascorrere le loro ferie estive in Uganda (su jeep e strade problematiche) a favore delle opere di don Vittorione (amico e diacono di mons. Manfredini, vescovo di Piacenza) per dare acqua e fertilità ai campi da coltivare” e sottolinea la sua profonda fede e l'amicizia con don Giussani.

Noi lo abbiamo conosciuto proprio così, una persona buona, generosa e umile, attento a ciò che lo circondava e alla marea di bisogni di un’umanità sempre più in affanno. Sin dall’inizio tra le opere finanziate da azionista fedele c’è stata la nostra avventura editoriale indipendente che ha sempre guardato con stima e cura. Come ho scritto alla figlia Cinzia che ha raccolto il suo testimone, siamo certi che il Signore lo abbia già abbracciato per la scia di bontà che Angelo ha seminato con intelligenza e generosità. Intelligenza e generosità di cui noi di Vita siamo primi testimoni.

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