Famiglia
Angelina ha sei anni e sa leggere.Ma le manca il gioco
Troppa poca importanza all'aspetto ludico motorio da parte della scuola primaria Italiana
Angelina è una bambina vispa, paffutella e comunicativa, figlia della mia dirimpettaia. Da settembre dell?anno scorso frequenta la prima elementare. La incontro ogni mattina sul pianerottolo e insieme facciamo alcune rampe delle scale fino al portone, poi le nostre strade si dividono.
Ogni mattina Angelina mi informa di tutto quello che succede a scuola, dalle maestre alle sue compagne di classe. Ultimamente mi ha detto che ha imparato a leggere e che finalmente potrà capire che cosa c?è scritto sulle insegne dei negozi. La mamma è fiera di Angelina, perché le maestre le hanno detto che è la prima della classe. Pochi giorni fa la bambina mi ha informato che ha imparato le addizioni e che sa mettere in colonna i numeri, e mi ha promesso che un giorno verrà a casa mia per mostrarmi i quaderni, visto che a detta della mamma eccelle anche nel disegno. Insomma, i progressi sono tangibili e la scuola materna sembra lontana. Ho chiesto ad Angelina se ci sono delle attività della scuola materna che le mancano e la risposta è stata secca: «Non ci fanno andare in cortile a giocare, stiamo sempre in classe!».
Se i bambini della scuola elementare non giocano in cortile, dove giocano? Se non dispongono delle ore di educazione motoria, se non sulla carta, a differenza dei loro coetanei di altri Paesi europei, quando si muovono? Nella scuola materna sono previsti spazi interni ed esterni per il gioco, mentre nella primaria non si presta grande attenzione all?aspetto ludico motorio. Per i bambini di questa età è fondamentale fare esperienze motorie attraverso il gioco. La scuola elementare italiana sa ben organizzare percorsi di lettura e scrittura, come dimostrano i progressi di Angelina, ma trascura il gioco, che resta un diritto inalienabile di ogni bambino. Angelina, vispa com?è, ha capito che cosa le manca, ma ancora non sa che le mancherà per tutti i cinque anni di scuola.
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