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Angela, Angela, angelo mio

Della serie: quando il gioco si fa duro, i duri se la squagliano

di Maramao

Gerhard Schröder che, dopo l’ennesima batosta elettorale, aveva chiesto e ottenuto la sfiducia del Parlamento tedesco per presentarsi alle elezioni autunnali, oggi ha potuto constatare di che pasta è veramente fatto il suo alleato e vicino, Jacques Chirac. E noi l’Europa.

Il candidato-avversario della SPD di Schröder alle prossime elezioni, la fata turchina Angela Merkel (CDU) è stata ricevuta alle 10 e 30 da gatto silvestro, Jacques Chirac. In seguito dovrà incrontrare il grillo parlante, nonché primo ministro, Dominique de Villepin, e poi lo stato maggiore dell’UMP e il suo presidente, la volpe, Nicolas Sarkozy.

A lui, povero burattino di legno, vogliamo quindi ricordare un pezzo da novanta del cantautorato italiano, sappiamo che in quanto tedesco apprezzerà questa mandolinata: “Angela, Angela, angelo mio / quando t’ho detto che voglio andarmene, / volevo solo vederti piangere, / perché mi piace farti soffrire.” (Luigi Tenco, Angela, 1966)

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