Non profit

Anfaa: “Le “ruote dei neonati” non sono la soluzione”

L'Associazione lancia l'allarme dopo la notizia di oggi dell'apertura di una nuova culla termica in una farmacia a Roma

di Benedetta Verrini

Le “ruote dei neonati” si diffondono. La Repubblica di oggi dà conto di una ruota (in realtà una stanza con una culla termica) che sarà allestita a fine estate anche in una farmacia comunale, a Roma, nel quartiere Prenestino, vicino al Raccordo Anulare, zona ad alta densità di popolazione immigrata. Servirà? Al policlinico Casilini, dove una ruota è stata allestita tre anni fa, si è verificato un solo caso di abbandono. E, al di là della frequenza statistica con cui si utilizzerebbe la culla, ci sono obiezioni molto forti sulla “portata socio-politica” dello strumento.

Esprime preoccupazione e perplessità l’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie-Anfaa. In un comunicato stampa, l’associazione mette in luce il forte valore di de-responsabilizzazione che la realizzazione delle culle comporta da parte delle istituzioni. “Ci appare come una proposta alternativa alle prestazioni obbligatorie assegnate al settore pubblico dalla legge n. 2838/1928, richiamata dalla legge n.328/2000”, sottolinea la presidente, Donata Micucci.

E, soprattutto, la ruota degli innocenti “parte dalla considerazione che le gestanti con gravi difficoltà personali non hanno alcuna esigenza dal momento della gestazione fino al parto”. Invece, sottolinea la presidente Anfaa, “Esse ed i nascituri devono, come tutte le altre gestanti, essere seguite sotto il profilo sanitario; inoltre devono essere prese in carico ed accompagnate dai servizi sociali, per poter decidere responsabilmente se riconoscere o non riconoscere i loro nati”.

“Va anche sottolineato che per una adeguata protezione sanitaria e sociale di queste  donne e del neonato anche i parti devono avvenire in ospedale”, rileva la Micucci. “Avvenuto il parto , nei casi in cui il neonato non venga riconosciuto, compete all’ospedale garantire la totale segretezza relativa alle generalità della partoriente e provvedere alla immediata segnalazione al Tribunale per i minorenni  per la dichiarazione dello stato di  adottabilità del piccolo che così, a pochi giorni dalla nascita, viene inserito nella famiglia adottiva scelta dal Tribunale fra quelle che hanno presentato domanda di adozione”.

Sul versante istituzionale, Anfaa segnala inoltre la positiva la legge della Regione Piemonte n. 16/2006 che, in attuazione della citata legge n. 2838/1928, ha affidato ai Comuni di Novara e di Torino, nonché ai Consorzi intercomunali del Cuneese e dell’Alessandrino «le funzioni relative agli interventi socio-assistenziali nei confronti delle gestanti che necessitano di specifici sostegni in ordine al riconoscimento o non riconoscimento dei loro nati e al segreto del parto».

Anche il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità il 30 gennaio 2007 la proposta di legge “Sostegno alle gestanti e madri in condizioni di disagio socio-economico e misure volte a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i propri nati”. La proposta è stata inviata in data 5 febbraio 2007 alla Camera dei Deputati ed è stata ripresentata in questa legislatura.

Su questi stessi temi è appena stata presentata alla Camera dall’on. Lucà ed altri la proposta di legge n.3303 “Norme riguardanti interventi in favore delle gestanti e delle madri volti a garantire il segreto del parto alle donne che non intendono riconoscere i loro nati”.

“Lanciamo un appello affinché le persone e le organizzazioni sensibili alle esigenze delle gestanti, delle madri e dei loro nati intervengano sul Presidente e sui Componenti della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati affinché queste proposte di legge vengano sollecitamente esaminate e approvate”, conclude Anfaa. 

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