Volontariato
“Andiamo al largo”, con Milano e il suo popolo
Torna il Festival di cultura e incontro promosso dal Centro culturale di Milano tra largo Corsia dei Servi e piazza Beccaria. Titolo della seconda edizione che animerà il cuore della metropoli dal 12 al 14 giugno è: “Che vita è la vostra se non avete vita in comune”. In programma tra musica, poesia, teatro, letteratura e arte anche il racconto delle storie dal sociale e tanti incontri
Ha scelto un titolo impegnativo, tratto da I Cori da “La Rocca” del poeta T. S. Eliot: “Che vita è la vostra se non avete vita in comune”, al contempo affermazione e interrogativo, la seconda edizione di “Andiamo al largo” (qui news sulla prima edizione), il Festival di Cultura e Incontro in programma dal 12 al 14 giugno nel centro di Milano. La sede della tre giorni promossa e organizzata dal Centro Culturale di Milano sono due piazze nell’area pedonale riqualificata dal Comune di Milano: piazza Beccaria, all’ombra della Madonnina e del monumento a Beccaria e Largo Corsia dei Servi, dove nella chiesina di San Vito al Pasquirolo fu battezzato Caravaggio. In questi luoghi dal pomeriggio si alterneranno attori, musicisti, intellettuali, giovani, poeti, giornalisti con i protagonisti di opere di carità e accoglienza, perché accanto a musica, poesia, teatro, letteratura e arte il festival porterà all’attenzione le storie dal sociale sulle nuove sfide della convivenza e dove si elaborano idee per il futuro, si connettono generazioni e si interrogano istituzioni.
Incontri ed eventi non scontati che guardano alla città e che partendo proprio dalla città, da “Milano e il suo popolo” (sottotitolo della manifestazione) prova a rispondere e condividere l’invito del titolo. Come ricorda il direttore del Cmc, Camillo Fornasieri: «Ci può essere molta comunità senza vita, occorre una vita, così da generare comunità, è quello che chiederemo a testimoni del nostro tempo: passare dal cittadino alla persona, al legame, riscoprire il “noi”, che poi è realmente accettare se stessi e la sfida dell’incontro». Nessuna comunità – si legge in una nota – per quanto ricca di valori può mantenersi, quando a serrarne i legami è la paura o lasciare che sia il mercato ad adattarsi alla disgregazione producendone, fatalmente, altra.
Lo scrittore Luca Doninelli osserva che «è sufficiente ridurre i bisogni umani a un problema gestionale, amministrativo. Basta una cultura della città appiattita sulle competenze, perché il cittadino, a poco a poco, non si accorga più dei bisogni. Esiste invece, spesso nascosta, una Milano immensa, che dà libertà e coraggio». Gli fa eco Salvatore Carrubba, presidente del Piccolo Teatro: «Viviamo una trasformazione epocale, che ha privato la città di un sistema di leadership riconosciuto e strutturato. Per capire Milano bisogna ripartire dal basso, con un processo che non sale verso l’alto di vertici sempre meno rappresentativi, ma si addentra orizzontalmente nei gangli di una rete urbana fatta di volontà, desideri, passioni, interessi alla quale danno voce una miriade di iniziative, personaggi, associazioni, tutt’altro che animato da una logica di difesa del proprio particolare».
Programma
Dal Town Corner di Largo Corsia dei Servi ci saranno interviste sulla “città degli invisibili”; dalle cure presso 1500 case di malati irrecuperabili con la Fondazione Maddalena Grassi, (mercoledì 12 giugno, ore 18) alle “terre senza comunità” indagando i perché educativi e malavitosi delle esistenze del “bosco di Rogoredo” con Simone Feder della Casa del giovane di Pavia e il racconto del giornalista di Repubblica Sandro De Riccardis, tra i primi ad essersi occupato di quel luogo di sofferenza e contraddizione, ferita aperta per la Milano allargata (venerdì 14 giugno, ore 18.30) . O con “La città che (non) si racconta”, interrogando le nuove narrazioni dei giovani, con Francesco Facchinetti e i ragazzi B. Livers che hanno generato il giornale Il Bullone guidato da Giancarlo Perego. (giovedì 13 giugno, ore 18). O i 200 ragazzi che ogni estate partono per seguire le missioni del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) che aprirà un nuovo spazio a Milano in settembre. (venerdì 14 giugno, ore 19).
Il rapporto tra persona la comunità, nella sfida col potere, sarà al centro della riscoperta dell’“europeo” Vaclav Havel (filosofo e drammaturgo cecoslovacco) che il Centro culturale ceco di Milano, insieme alla rivista VITA e al neonato Istituto Havel rilanciano al Festival, occasione per rileggere i grandi cambiamenti del 1989.
Il famoso ortolano “che ha il cuore al posto giusto” diventa Presidente per due volte di una nuova Repubblica. Ma quale vita ha reso possibile tutto ciò? L’esperienza umana e politica, la ricerca di se stessi: ne darà attualità e testimonianza Michel Zantovsky, fondatore con Havel di un nuovo partito, suo ambasciatore in occidente, (Inghilterra, Israele, Stati Uniti) e oggi Direttore della Havel Library. Dunque, “Il tentativo di vivere nella verità. Havel e l’amicizia” (mercoledì 12 giugno, ore 18, Auditorium Cmc).
Quella “vita sotto le macerie” – il vero cuore di questo personaggio – emergerà nella Lettura teatrale di Massimo Popolizio delle “Lettere a Olga”, scritte da Havel nei cinque anni di prigionia subito dal regime comunista (mercoledì 12 giugno, ore 21.15, palco di piazza Beccaria).
L’unico argine al potere è il desiderio, la persona dentro un popolo, una testimonianza e le sue parole: ecco allora Antonia Pozzi che dal palco di piazza Beccaria (venerdì 14 giugno, ore 20.45) – grazie al Teatro Farneto di Elisabetta Vergani (attrice) e Maurizio Schmidt – sotto il cielo di Milano ritrova il suo posto nella nostra città con la pièce “L’infinita speranza di un ritorno”.
Giovane segnata da un desiderio di vita tale da dirci cos’è la persona, nella sua grandezza e fragilità: potente poetessa – oggi riscoperta dalla critica – di famiglia borghese, cercò e scoprì il popolo, servendo, come poteva negli anni ‘30, la sua indigenza e fatica, tra la Bassa di Milano e le sue montagne di Pasturo.
E anche la musica nasce in città, tra la gente … dal Jazz ai grandi autori e cantautori. Il giovane sassofonista Francesco Cafiso, siciliano, che stupisce il mondo del Jazz internazionale con il suo sax alto (nel 2009 si è esibito alla Casa Bianca davanti all’allora presidente Barack Obama), sbarca a Milano, ad Andiamo al largo, con il Duo Cafiso, con Mauro Schiavone al piano, per un’esibizione Jazz sotto le stelle e fotografia con le immagini della “vita nella comunità” scattate dal fotografo Pino Ninfa dai sobborghi delle periferie del mondo. (mercoledì 12 giugno, ore 22, palco di piazza Beccaria).
Nel ventennale della morte non poteva mancare al Festival Fabrizio De André. “Una goccia di splendore, di verità” è il titolo del concerto/tributo. Sul palco Mark Harris (pianoforte), presente nell’ultimo memorabile tour di Faber; Roberto Colombo, già della Premiata Forneria Marconi, che ha avuto modo di arrangiare alcuni brani famosissimi di De André e molto apprezzati dal grande artista genovese (vocoder e basso sinth); Antonella Ruggiero, genovese, una delle più belle e intense voci del panorama musicale non solo italiano; Ivan Ciccarelli, fuoriclasse della batteria (palco piazza Beccaria, giovedì 13 giugno, ore 21.30).
Appena prima di De André (sempre palco piazza Beccaria, ore 20.45) la Lettura teatrale de “I Cori da La Rocca” di Eliot, autore de La Terra desolata e I Quattro quartetti, un canto di suggestivo, epocale e dantesco sul vivere moderno e contemporaneo. Che riannoda e allarga il tema: “Molto da abbattere, molto da costruire, molto da sistemare di nuovo..”, con l’attore Matteo Bonanni e Francesco Pasqualotto (pianoforte).
Sarà l’Abate generale dei Cistercensi nel mondo, eredi di san Benedetto, il teologo luganese padre Mauro Giuseppe Lepori a rispondere, nell’incontro “Persona, popolo, querere Deum”, dove racconterà da quale vita nacque e può nascere quel legame nuovo tra l’io, la comunità e il popolo che caratterizzò l’Europa dei benedettini (palco centrale piazza Beccaria, giovedì 13 giugno, ore 18.30).
Programma completo in allegato
In apertura image by Vitalii Bobrov from Pixabay
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