Protagonisti
Ancos, Paolo Ragusa è il nuovo presidente
Il presidente dell'Associazione lavoratori stranieri - Als di Mcl guiderà l'associazione delle 1.700 cooperative sociali che si ispirano alla Dottrina sociale della Chiesa. Il suo programma: «Sostenere e accompagnare il processo di crescita delle cooperative associate erispondere alle emergenze sociali del Paese, all'interno di una visione di futuro»
Paolo Ragusa è il nuovo presidente generale dell’Associazione nazionale cooperative sociali – Ancos, aderente all’Unione nazionale cooperative italiane – Unici.
Quarantanove anni, sposato con due figlie, Ragusa, da oltre vent’anni è impegnato nella cooperazione sociale e nel settore dell’ accoglienza e dell’inserimento lavorativo per gli stranieri. Attualmente è il presidente nazionale di Associazione lavoratori stranieri – Als del Movimento cristiano lavoratori – Mcl.
L’Ancos, alla quale aderiscono 1.700 cooperative, è ispirata ai principi e i valori della dottrina sociale della Chiesa cattolica ed è una delle sei centrali cooperative riconosciute dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Eletti anche tre vice presidenti, tra i quali Maria Pia Di Zitti, che riveste pure la carica di vice presidente generale di Unici.
Accompagnare le cooperative nella crescita
«Il nostro impegno, sul lato interno», spiega il Ragusa, «sarà quello di sostenere e accompagnare il processo di crescita delle cooperative associate. Sul versante esterno avremo come obiettivo principale quello di rispondere alle emergenze sociali del Paese, all’interno di una visione di futuro. Lo faremo valorizzando le specificità della cooperazione sociale, cioè quella particolare forma di impresa solidaristica che riesce a generare valore sociale ed economico, che coniuga il rispetto della persona umana e il rispetto delle regole del mercato».
«È necessario», aggiunge Ragusa, «organizzare nuove risposte ai fenomeni della povertà, dell’inverno demografico o dell’invecchiamento della popolazione. Traducendo i nostri valori in opere cooperative vogliamo mettere la persona al centro della società e dell’economia italiana».
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