Mondo
Ancora un naufragio nel Mediterraneo: oltre 40 i morti, recuperati corpi di donne e bambini
A dare notizia dell'ennesimo naufragio davanti le coste libiche Alarm Phone, l'Oim e l'Unhcr presenti in Libia. Cinque i corpi recuperati tra cui quelli di donne e bambini, dalle testimonianze dei superstiti oltre 40 persone mancherebbero all'appello. La nave Eleonore della Ong Mission LifeLine in attesa di un porto sicuro dopo il divieto d'ingresso di Italia e Malta
Si temono almeno una quarantina di morti nel naufragio avvenuto a largo delle coste libiche come confermato da Alarm Phone, dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e dall’Unhcr in Libia. Cinque al momento i corpi recuperati tra cui quelli di donne e bambini.
A dare notizia della richiesta di soccorso era stata propriola piattaforma di supporto alle operazioni di soccorso dei migranti Alarm Phone che ha riferito di essere stata contattata alle 3.30 di oggi martedì 27 agosto da un‘imbarcazione in difficoltà con a bordo circa 100 persone: «Erano partiti da Al Khums tre ore prima, urlavano e piangevano, dicendo che alcuni di loro erano già morti».
A intervenire sul luogo del naufragio sono stati i pescatori locali e secondo quando riferisce l’Unhcr in Libia anche la guardia costiera libica. Dalle testimonianze dei sopravvissuti, provenienti da Sudan, Egitto, Marocco e Tunisia, si è appreso come riferisce l’Agenzia delle nazioni unite per i rifugiati che circa 40 persone mancherebbero all’appello.
"Questa rappresenta tristemente un'altra tragedia, come dimostrato dal fatto che in tanti hanno cercato di fuggire dalla Libia nei giorni scorsi. Oltre 460 persone a bordo di sei imbarcazioni sono state intercettate e riportate in Libia Sabato e Domenica" riferisce il team di Medici Senza Frontiere presente in Libia.
Rimane invece in attesa di un porto di sicuro la nave Eleonore della Ong MissionLifeline che nella giornata di ieri ha soccorso un gommone con 101 persone a bordo che stava affondando. Per la Ong tedesca dopo il divieto d’ingresso in Italia firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini si è aggiunto anche quello di Malta come riferisce la stessa Ong.
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