Sostenibilità
Ancora tensioni al vertice
I paesi in via di sviluppo sul piede di guerra: non prendono in considerazione le nostre esigenze
di Redazione
I delegati di Brasile, India ed Ecuador, insieme a numerosi altri Paesi in via di sviluppo, si sono lamentati questa mattina che il vertice Onu sul clima “non prende in considerazione” le loro esigenze. Per i delegati il problema e’ con i Paesi ricchi che, secondo loro, li “ignorano”. “Stiamo vedendo mancanza di trasparenza, errori di procedura e molte lacune in questa conferenza – ha dichiarato un delegato dell’Ecuador – Tutti vogliamo essere consultati”. I delegati brasiliani hanno espresso il loro fastidio per la mancanza di progressi del vertice, mentre alcuni di loro non sono nemmeno riusciti ad entrare nella sala riunioni per il caos organizzativo in cui versa la conferenza. I Paesi poveri si lamentano che i piu’ ricchi del pianeta pretendano da loro sforzi economici eccessivi per la lotta ai cambiamenti climatici.
Anche le manifestazioni di protesta sono andate avanti: “Siamo qui per dire al mondo che quello in corso e’ un negoziato per le multinazionali. Siamo qui per dire basta a un sistema di mercato che non ha fatto altro che espandere la produzione, quando e’ chiaro che la madre terra non e’ piu’ in grado di sostenere un livello di emissioni di gas serra come quello attuale”. E’ il commento rilasciato ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL da Tom Bruce, uno dei leader della manifestazione che si e’ tenuta questa mattina all’interno del Bella Center, sede della conferenza Onu sul clima, e presente a Copenaghen in rappresentanza degli indiani d’America. Questa mattina numerosi ambientalisti, attivisti e rappresentanti di organizzazioni della societa’ civile si sono riuniti all’interno del centro dove sono in corso i negoziati finali per un accordo che limiti l’emissione di CO2. La protesta, come altre ancora in corso all’esterno del Bella Center, e’ coincisa con l’arrivo dei capi di Stato e di governo. “Vogliamo dire ai rappresentanti dei governi che non siamo qui per chiedere aiuto, ma per chiedere che venga ripensato un sistema che ci ha condotto alla crisi che stiamo vivendo, perche’ basato solo ed esclusivamente sul profitto”, ha detto ad AKI Wahu Kaara, attivista keniota presente a Copenaghen in rappresentanza del ‘People’s Movement on Climate Change’. La protesta, partita dall’interno del centro al grido di “Unisciti all’assemblea del popolo”, “Vogliamo piu’ potere”, si e’ spostata verso l’esterno del palazzo per unirsi ad altri attivisti che da stamane protestano contro il processo negoziale in corso
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