Questa sarebbe roba da chiodi, ma provo comunque. Ritorno a quel pezzo del Corriere sui professionisti a rischio (che sono riuscito a recuperare sul sito) per un particolare iconografico. L’articolo infatti è accompagnato (nel giornale cartaceo) dal “solito” quarto stato di Pellizza da Volpedo. Grande opera divisionista, niente da dire, ma secondo me non dice nulla rispetto all’argomento. Anzi è fuorviante. Per tante ragioni: là c’era una classe, qui sono individui e per di più capitalisti; lì dominava la produzione di beni materiali, oggi è la conoscenza; e ancora: quelli del quarto stato per quanto sfruttati avevano in faccia “il sol dell’avvenir”, mentre oggi le partite iva camminano sul sunset boulevard di questo paese. E così via… Possibile che con tutti i musei d’arte che ci sono in giro nessuno abbia pensato di svecchiare questa rappresentazione ormai desueta del lavoro e, più in generale, dei rapporti sociali? Forse è un indicatore di come manchino, anche nel liguaggio artistico, le chiavi di lettura. Alla faccia del comtemporaneo…
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