Non profit

Anche nei giornali delle associazioni la pubblicità è attività commerciale

Tale qualificazione comporta delle naturali conseguenze ad un ente non profit.

di Salvatore Pettinato

Siamo un?associazione impegnata nel territorio. Per farci conoscere sempre di più vorremmo realizzare un periodico che, nelle nostre intenzioni, dovrebbe avere una diffusione gratuita. Per sostenerci nella pubblicazione abbiamo pensato che si poteva utilizzare la pubblicità. Ma ci è venuto un dubbio: possiamo farlo o come associazione abbiamo altre strade?

Le cessioni del periodico da parte di un?associazione ?agevolata? (fare riferimento all?articolo 148, comma 3 del Tuir – Testo unico delle imposte sui redditi) nei confronti dei suoi associati non sono considerate attività commerciali, sia ai fini delle imposte dirette sia ai fini dell?Iva.
La normativa vigente, del resto, non dispone nulla in merito ad eventuali divieti di raccogliere pubblicità nelle pubblicazioni e pertanto non c?è alcun ostacolo affinché il periodico considerato possa contenere messaggi pubblicitari. Quindi potete pubblicare pubblicità, ma con un?avvertenza.
Tale ultima attività (la raccolta pubblicitaria per la pubblicazione) è però considerata dalla normativa fiscale un?attività comunque commerciale, con le naturali conseguenze che tale qualificazione può comportare in capo ad un ente non commerciale quale il vostro.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.