Non profit
Anche le formiche nel loro piccolo raccolgono fondi
Lucky Ant: nasce il crowdfunding di quartiere
È stata lanciata il 2 gennaio scorso la prima piattaforma di crowdfunding locale, dedicata agli esercizi commerciali di quartiere. Si chiama Lucky Ant, ha base a New York e si ispira ai siti di raccolta fondi più famosi, Kickstarter e Indiegogo in testa. Invece di contribuire al finanziamento di nuovi progetti sociali e creativi su scala internazionale, Lucky Ant sarà volto allo sviluppo del territorio locale, aiutando a crescere i piccoli negozi e ristoranti di quartiere. “No ant works alone”, nessuna formica lavora sola, questo il motto del progetto che risulta efficace per indicare la rivoluzione rappresentata non solo da questa start up ma da tutto il crowdfunding: a finanziare l’innovazione non sono più le banche ma le persone. E se il crowdfunding ha restituito alle persone il potere di decidere quali progetti vale la pena finanziare, Lucky Ant rende questo potere ancora più concreto, perché gli utenti della community sono gli abitanti di una comunità reale su cui essi possono intervenire.
Con donazioni dai 5 ai 500 dollari è infatti possibile contribuire alla ristrutturazione del negozio preferito o all’acquisto di nuovi tavolini per la caffetteria vicino casa. Secondo Jonathan Moyal, giovanissimo fondatore di Lucky Ant, non si può però parlare di rivoluzione: «Il mio bisnonno gestiva una drogheria e quando aveva bisogno di un prestito per ampliare i suoi affari non si rivolgeva ad una banca ma ai suoi vicini. Ognuno dava il suo piccolo contributo». Il crowdfunding in effetti si è fatto portabandiera di quei principi di fiducia e trasparenza che governavano le relazioni comunitarie, dove “reputazione” era la parola chiave.
E se di ritorno al passato si tratta, il villaggio globale forse non è mai stato così piccolo ma nemmeno così potente: in soli due anni di attività Kickstarter ha finanziato più di 15mila progetti e raccolto 125 milioni di dollari: non male per una start up nata durante la crisi.
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