Non profit

Anche l’Australia è in guerra con le scommesse

Pronta una legge no slot. La strada è la stessa italiana. L'obbiettivo principale è colpire e limitare la pubblicità

di Lorenzo Alvaro

Qualla all'azzardo legalizzato è una battaglia che non viene combattuta solo in Italia. Anche in Australia infatti il governo ha annunciato un piano no slot.

L'obbiettivo principale è lo stesso che persegue il Progetto di legge depositato in Parlamento il 27 marzo scorso (pdl N. 574): la limitazione alla pubblicità. In particolare, per quello che riguarda l'Australia, il divieto riguarda le trasmissioni televisive degli eventi sportivi.

Il primo ministro laburista, Julia Gillard, ha specificato nel dettaglio cosa sarà permesso trasmettere e cosa no: saranno vietate pubblicità sulle scommesse live durante gli eventi sportivi, “da quando i giocatori entrano in campo a quando lasciano il campo”, mentre le pubblicità riguardanti il gioco d’azzardo in generale, quindi non quelle relative direttamente alle scommesse su quel determinato evento sportivo, potranno andare in onda solo prima e dopo la trasmissione della partita, e durante i momenti in cui il gioco è in pausa, come gli intervalli tra un tempo e l’altro. Inoltre sarà vietato citare e trasmettere in sovrimpressione i banner e i loghi di sponsorizzazione di società che si occupano di gioco d’azzardo.

Come in Italia una qualche forma di regolamentazione era stata richiesta e attesa da diverso tempo da parte del Parlamento australiano, oltre che da molte associazioni che si battono per la limitazione del gioco d’azzardo legalizzato.

In Australia il problema del gioco ha raggiunto dimensioni significative, e coinvolge circa 500mila persone. Il piano del governo non avrà però attuazione immediata: per rendere effettive le nuove regole le emittenti televisive australiane dovranno presentare un codice, da adottare internamente e “spontaneamente”, che sia conforme ai divieti e alle regole contenute nel piano. Il codice dovrà essere valutato dall’Authority per le comunicazioni australiana, e una volta approvato le televisioni saranno obbligate a rispettarlo.


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