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Anche la retorica anti-immigrati uccide

La retorica anti-immigrati da parte di certi politici per motivi elettorali (per fare un solo nome, cito il campione, Matteo Salvini) non solo ostacola la decisione di affrontare seriamente il tema, ma in qualche modo uccide chi cerca una vita dignitosa

di Savino Pezzotta

La retorica anti-immigrati da parte di certi politici (per fare un solo nome, cito il campione, Matteo Salvini) è, a mio parere, uno dei motivi che sta inibendo i tentativi di dare vita a grandi operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, che farebbe risparmiare un gran numero di vite di migranti. Per motivi elettorali e per la crisi economica si è dato vita a discorsi dissennati che hanno finito per trattenere tutti i governi dall’agire concretamente, mentre sarebbe utile fare dei ragionamenti seri e sereni.

Capisco che l’arrivo di tante persone, che l’essere sottoposti ogni giorno a notizie drammatiche generi sentimenti di ripulsa , cerco di comprendere le ragioni che creano turbamenti e timori. Sono convinto che la paura dello straniero sia un timore logico, ma è sbagliato che tutto questo venga sfruttato per motivi politici, soprattutto in prossimità di elezioni. Anzi, è più che sbagliato, è vergognoso.

La cancellazione della missione italiana “Mare Nostrum “ è stata un errore e ha finito per offrire alibi all’inerzia europea. Ci stiamo ora rendendo conto che la missione Tritone è in se stessa insufficiente ad affrontare una questione dai toni sempre più drammatici.  Non è servita come si prevedeva a scoraggiare i migranti da fare la traversata. Un disperato non ragiona con i nostri criteri, ma è disponibile a rischiare tanto, vita compresa.

Se veramente si vuole affrontare il problema e garantire che ci siano meno morti, l’unica cosa da fare è fornire vie legali per venire in Europa. Credo che sia un obbligo, morale e legale affrontare questa emergenza con mezzi eccezionali, oppure la gente continuerà a morire. Solo attraverso la creazione di vie legali e umanitarie si impedirà l’infiltrazione dei terroristi, metterà fine ai trafficanti di carne umana e potrà regolare le condizioni di insediamento in Europa e creare le condizioni di un possibile rientro. Respingere oggi i migranti significa, in molto casi, riconsegnarli alle persecuzioni religiose e politiche.

Capisco che non è facile ragionare in questo modo, ne avverto tutte le difficoltà e anche i limiti, ma nello stesso tempo mi rendo conto che le semplificazioni cui assistiamo e che vengono diffuse non aiutano a risolvere alcun problema, anzi finiscono per aggravarlo.

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