Estrarre il petrolio dalle sabbie bituminose: è una delle opzioni su cui molte compagnie petrolifere hanno concentrato i loro sforzi negli ultimi anni per ricavare oro nero. Pare, però, che la tecnica comporti impatti ambientali devastanti. Per questo motivo, sullo sfruttamento delle sabbie bituminose è stata organizzata una delle più vaste campagne internazionali di azionariato attivo dell’ultima stagione e, forse, della storia. Che ha posto nel mirino compagnie del calibro di Shell e Bp, quest’ultima già nell’occhio del ciclone per il disastro ambientale nelle acque del Golfo del Messico. La campagna ha coinvolto decine e decine di grandi investitori internazionali, come il celebre fondo pensione californiano Calpers (il fondo dei dipendenti pubblici della California), ed è stata coordinata da Fairpensions, organizzazione britannica che promuove l’investimento socialmente responsabile nell’industria dei fondi pensione. All’assemblea degli azionisti Bp di aprile, però, la mozione ha raccolto solo il 15% dei consensi dei soci, tra favorevoli e astenuti, ed è stata respinta. Tuttavia ha attirato l’attenzione sull’argomento.
Altri temi forti dell’azionariato attivo dell’ultima stagione quelli legati alle mozioni presentate da Iccr: la governance delle società quotate e la trasparenza nell’utilizzo di prodotti derivati.
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