Welfare

Anche Inail alle Paralimpiadi

Fra gli atleti azzurri presenti alle Paralimpiadi anche infortunati sul lavoro seguiti da Inail. L'istituto ha presentato al pubblico internazionale le sue attività

di Redazione

Mentre la nazionale è in gara – di poco fa la nona medaglia: l’argento della torinese Elisabetta Mijno, 26 anni, tesserata con gli Arcieri delle Alpi, che ha sconfitto nel tiro con l'arco in carrozzina la numero uno del mondo, l'iraniana Nemati -, a Casa Italia si susseguono gli eventi collaterali ai Giochi, occasioni per illustrare attività e presentare novità.

Ieri sera Inail, in un incontro pubblico a Casa Italia, ha raccontato l'esperienza italiana del Centro Protesi di Vigorso di Budrio, che  segue diversi atleti, fra cui gli azzurri di questa Paralimpiade come Oscar De Pellegrin, i ciclisti Vittorio Podestà, Giovanni Achenza e Paolo Viganò. L'istituto ha illustrato anche il Contact center integrato "SuperAbile", la best practice italiana per la consulenza e l'informazione specializzata alla disabilità e agli infortunati sul lavoro.

«Non siamo a Londra in maniera occasionale – ha detto il presidente di Inail Massimo De Felice. E’ in corso una collaborazione che si basa sul riconoscimento del ruolo dello sport come elemento importante nel ciclo di riabilitazione, per la riconquista delle motivazioni e per veicolare il senso della vita attiva». Un’intesa in cui l'Inail ha lavorato in tre ambiti: il potenziamento del lavoro di ricerca per le protesi sportive; orientare anche il portale SuperAbile sulle problematiche dello sport; l’avvio di una banca dati su quello che è il rapporto tra disabilità e sport, per dare basi statistiche di conoscenza per orientare l'azione politica.

Da qui l'impegno a continuare, tenuto conto anche dei nuovi compiti assegnati dal legislatore all'Inail. Compiti ricordati dallo stesso De Felice: «L'obbligo di incorporare l'Ispesl nell'Inail. Ed è normale che in ogni incorporazione di imprese pubbliche ci siano resistenze. Ci sono poi novità dal 2001 su ausili e protesi, e l'accordo-quadro dello scorso febbraio in sede di Conferenza Stato-Regioni per accordi strutturati con il Servizio sanitario nazionale per il recupero e il reinserimento degli infortunati. Speriamo in questo senso di poter coinvolgere gli enti locali e rinnovare l'impegno con il Cip».

«L'utilizzo dello sport per la riabilitazione – ha detto il direttore Riabilitazione e Protesi dell'Inail Mario Carletti – è stata una necessità dopo la seconda guerra mondiale. Oggi l'Inail si trova a combattere una guerra quotidiana, quella degli infortuni sul lavoro: lo sviluppo, le nuove tecnologie i ritmi di lavoro espongono le persone a rischi e danni per la salute. Per questo la riabilitazione è un investimento».

Sull'importanza della collaborazione tra Inail e Comitato paralimpico italiano si è soffermato anche il presidente del Cip, Luca Pancalli, che nel corso del suo intervento ha affermato: «Il rapporto con Inail non nasce, è sempre esistito. Ha vissuto un periodo di lontananza, di cui non conosco i motivi. Ma da quando ho preso questo incarico mi sono posto degli obiettivi: dare dignità agli atleti, attivare un percorso virtuoso per la promozione dello sport paralimpico, e spiegare l'importanza della collaborazione con Budrio, conoscendo la capacità italiana di sviluppare ricerca. E poi ho chiesto a Inail di veicolare messaggi per intercettare le vocazioni sportive degli infortunati sul lavoro. Devo dire che siamo andati molto più in là, grazie alle capacità di non essere refrattari alle nuove idee».

 

 

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