Mondo
Anche il Nord Europa dice addio al welfare state
In Olanda il nuovo sovrano Willem-Alexander sciocca il paese con un annuncio inaspettato: lo stato sociale è finito, si va verso una "società di partecipazione". Più spazio alla società civile, certo, ma anche la fine di diritti e consolidate certezze? Un passo avanti o una porta chiusa in faccia ai poveri?

Addio welfare, benvenuta "società di partecipazione". Se è vero che le parole non sono dettagli, in Olanda si prospetta una vera e propria rivoluzione nello stato sociale, annunciata da uno storico discorso in tv del giovane sovrano Willem-Alexander. Che nello stato dei tulipani si fosse alla vigilia di cambiamenti importanti lo si era già capito grazie al lavoro di riforma del primo ministro Mark Rutte, convinto sostenitore dell’austerity, e dal bilancio dello Stato per il 2014, caratterizzato da ben 6 miliardi di euro di tagli per abbassare il defiticit sotto la fatidica soglia del 3% richiesta dagli standard europei. Anche nel Nord Europa infatti la crisi morde, e difficilmente l'Olanda riuscirà a mantenersi sotto la soglia virtuosa, a meno appunto di drastici sforbiciamenti alla spesa pubblica, in particolare sociale. E' toccato quindi al re andare in televisione a spiegare che la festa è finita: oltre all'eliminazione dei sussidi di disoccupazione e di quelli sanitari, decisa tempo fa, ora sarà la volta del settore sanitario, che nel 2010 aveva evidenziato la spesa più alta d’Europa: il 13% del Pil. Il tutto nonostante il fatto che in Olanda la sanità sia già basata – come informa il sito quotidianosanita.it – su un’assicurazione pubblica obbligatoria per il long term care e le disabilità (che rappresenta il 27% della spesa sanitaria del paese), e un’assicurazione privata per i trattamenti medici di routine, tra cui il medico di base e le ospedalizzazioni, che pesa per il 41% della spesa sanitaria totale.
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