Formazione

Anche i ricercatori in piazza

Adi: «è profondamente sbagliata, priva di equità sociale e politiche per lo sviluppo»

di Redazione

Anche l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani sara’ domani inpiazza per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. “Riteniamo che la manovra proposta dal Governo -afferma l’Adi- sia profondamente sbagliata, priva di equita’ sociale e politiche per lo sviluppo, pertanto inaccettabile”.

Nel dare “piena adesione alla piattafroma della Cgil”, l’associazione dei ricercatori sottolinea inoltre che “stiamo assistendo in questi giorni a un dibattito politico e parlamentare caratterizzato esclusivamente da incertezza e confusione: provvedimenti annunciati il mattino, vengono smentiti nel pomeriggio e ritirati la sera”. “Non sono previste -dice ancora l’Adi- in alcun modo politiche specifiche per l’Universita’ e la Ricerca, cosi’ duramente colpite negli ultimi anni, nonche’ per eliminare o quantomeno limitare il fenomeno del precariato nella ricerca. Il fatto che l’attuazione della legge 240 proceda per tempi molto lunghi ha finito per peggiorare ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro soprattutto dei giovani ricercatori. Mancano, piu’ in generale, misure per promuovere l’occupazione e non s’intravede nessuna prospettiva per promuovere uno sviluppo che sappia condurre il Paese fuori dalla crisi economica”.

Per l’Adi, inoltre, “questo sarebbe invece il momento per costruire e rafforzare le condizioni per un nuovo modello di sviluppo fondato sulla centralita’ della conoscenza, dell’istruzione e della ricerca. E’ necessario liberare risorse per aumentare i fondi destinati alla ricerca, cosi’ da incentivare lo sviluppo tecnologico, l’innovazione sociale e la crescita culturale del Paese”. “Allo stesso tempo, chiediamo misure chiare per contrastare l’insostenibile precarieta’ e incertezza di reddito dei giovani lavoratori: occorre -conclude- individuare misure universali di welfare capaci di garantire continuita’ di reddito e di tutele sociali nei tempi di non lavoro e di passaggio da un contratto all’altro”.

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