Non profit

Anche i clochard vanno in suv

di Chiara Cantoni

La maison prêt-à-porter. Così l’hanno ribattezzata i volontari della Croce Rossa, per la stridente vicinanza con l’altro quadrilatero, quello della moda milanese. Ridisegnando la geografia urbana, il popolo dei senzatetto riaffiora nei luoghi culto del benessere meneghino: piazza Affari, Duomo, corso Vittorio Emanuele, lungo le direttrici battute ogni notte dai cento volontari impegnati a turno nel progetto “La Cri per i clochard”, il servizio di assistenza itinerante, avviato nel 2001 dal Comitato provinciale di Milano della Croce rossa italiana, che 365 giorni l’anno, dalle 21 all’1 del mattino, raggiunge circa 400 senzatetto, monitorandone lo stato di salute e offrendo loro generi di primo conforto. Oltre 2.500 chilometri percorsi dalle quattro Unità di strada, a bordo di altrettanti veicoli opportunamente attrezzati. «Il “landino”», lo chiama, come fosse un rodato compagno di lavoro, il commissario provinciale della Cri, Alberto Bruno, additando un Freelander 2 con doppio logo Land Rover – Croce Rossa, in sosta di fronte alla Stazione centrale. «Quest’inverno accompagnava i clochard nei punti di raccolta assistiti, ma la versatilità del mezzo ci consente interventi rapidi anche in operazioni di emergenza e protezione civile». Il suv 4×4 all terrain supporta dal 2011 le attività di strada su Milano, Bresso, Opera e Sesto S. Giovanni, insieme a un Defender 110 SW, entrambi destinati all'”Homeless project” dalla divisione italiana della casa britannica. «Un piccolo gesto che fa parte di una filosofia globale», dice il presidente di Jaguar/Land Rover Italia, Daniele Maver (oto). Il quale, tolti i panni istituzionali, ha indossato per una notte la casacca del volontario, al fianco degli operatori. «Da tempo volevo capire cosa accade agli invisibili della città, cosa genera questi abissi di solitudine», confessa. La crisi non aiuta: esplode la domanda, diminuiscono le risorse. Ma ci sono anche buone novità. «Operando in mutuo soccorso, gli stessi clochard si sono costituiti in associazione, partecipando al tavolo di coordinamento del Comune, alle iniziative di aiuto quali la raccolta dei vestiti e ai successivi interventi», racconta Bruno. Una lezione che arriva proprio dalla strada.

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