Volontariato

Anche dentro c’è del buono

di Elisabetta Ponzone

Né indulto, né amnistia. In Svezia non ce n’è bisogno. Titola così l’ultima news del Corriere della Sera di poche ore fa . Perché il numero delle persone che nel Paese scandinavo vive dietro le sbarre decresce «naturalmente» da quasi dieci anni.

I dati parlano chiaro: dal 2004 il calo delle presenze è stato dell’1 per cento ogni anno. Mentre dal 2011 al 2012 il crollo è stato addirittura del 6 per cento. Un andamento virtuoso che, secondo Nils Öberg, a capo dei servizi penitenziari svedesi, si ripeterà anche quest’anno. E’ nata da qui la decisione delle autorità svedesi di chiudere quattro delle carceri del Paese – quelle di Åby, Håja, Båtshagen e Kristianstad – oltre a un centro di recupero. Strutture che saranno vendute o riconvertite.

L’aria svedese rende le persone migliori? Certamente la brezza scandinava aiuta in fatto di prevenzione e riabilitazione. Così come una tendenza dei giudici a pene più miti, soprattutto per reati legati alla droga. Devo ricordarmi di chiederlo ai nostri amici svedesi, con i quali presto faremo nuove cose, insieme ai giapponesi. Ma questa è un’altra storia, che vi racconterò un’altra volta.

Intanto, nel giardino del carcere di Milano-Opera gli ultimi boccioli di rose si preparano a sfidare il freddo inverno che sembra non voler arrivare, mentre i ragazzi che hanno imparato a fare il pane con Mauro, Elisa e Roberto della cooperativa In Opera, lo stanno facendo lievitare. Da domani, per tutti i mercoledì, fino a Natale, il pane del carcere sarà in vendita sotto il famoso tendone Garabombo di Chicomendes a Milano, metrò Buonarroti.

Anche dentro c’è del buono!

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