Mondo

Amref e Ciai: un’alleanza che guarda al futuro

Le due organizzazioni hanno unito le forze, con una partnership strategica per valorizzare esperienze e specifiche competenze. «Lo scopo è riuscire a raggiungere una dimensione che ci permetta, agli occhi dei donatori e delle istituzioni, di essere più autorevoli e rilevanti, esercitando anche attività di advocacy e lobbing» spiega Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa in Italia

di Lorenzo Maria Alvaro

«È un processo più unico che raro in Italia. Non si tratta di una fusione per incorporazione ma di un'ammissione con apporto», spiega Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa in Italia per spiegare l'alleanza che Amref ha stretto con il Centro Italiano Aiuti all'Infanzia – Ciai.


Si tratta di due storiche organizzazioni del panorama del terzo settore italiano che hanno scelto la strada dell’alleanza per affrontare con rinnovato vigore sfide sempre più difficili in un contesto reso ancora più ostile dalla pandemia.

«Abbiamo immaginato un modello di integrazione inedito che formalmente si sviluppa attraverso l'ammissione permanente del Ciai nell'assemblea della nostra Fondazione in cui porterà con sé un pezzo di attività. Nasce così un affidamento delle attività di cooperazione del Ciai ad Amref. Tutto questo mantenendo ciascuno la propria indipendenza e specificità», sottolinea Micucci.

Un format innovativo che non ricalca altre operazioni di vera e propria fusione che avevano visto Amref protagonista nei mesi scorsi. È il caso del Comitato Collaborazione Medica, una realtà sociale nata a Torino nel 1968 da un gruppo di medici impegnato per promuovere e assicurare il diritto alla salute a tutti, soprattutto alle fasce più vulnerabili in Africa e in Italia. O come con l'associazione Fratelli dell’Uomo, fondata nel 1969 da Adolfo Soldini e da quasi cinquant’anni sosteneva progetti di sviluppo nel Sud del Mondo. «Per noi è un tema strategico. Si tratta di operazioni molto complicate, soprattutto per il tema dell'identità, che però sono necessarie per provare a rispondere alla criticità della frammentazione del nostro settore. Cerchiamo di replicare quello che in parte è avvenuto nel for profit. Lo scopo è riuscire a raggiungere una dimensione che ci permetta, agli occhi dei donatori e delle istituzioni, di essere più autorevoli e rilevanti, esercitando anche attività di advocacy e lobbing».

Un metodo mutuato dalle imprese ma con uno stile molto diverso: «Lo spirito con cui abbiamo portato avanti questi progetti è naturalmente la nostra identità e i nostri valori. Non abbiamo come scopo il profitto. Quindi abbiamo sempre garantito, ad esempio, il mantenimento di tutto il personale e di tutte le attività. Infatti oggi abbiamo dieci persone a Torino che ieri non avevamo e dieci persone a Milano che non erano con noi. Abbiamo cinque sedi in cinque regioni diverse. Ora si tratta di lavorare per il consolidamento di tutto quello che è stato fatto».

Un'operazione win win. «Amref invece potrà cominciare lavorare in Paesi dove non era presente come Costa d’Avorio e Burkina Faso oltre a prendere in carico progetti in luoghi dove già era presente come in Etiopia». sottolinea Micucci, «e sempre per effetto dell’alleanza si apriranno nuove prospettive di progettazione comuni in Italia».

Il futuro del Ciai invece prosegue ancora più ricco di stimoli come associazione, ente autorizzato all'adozione internazionale e con il Programma Italia che intensificherà la sua azione sui diritti dei bambini e delle bambine tenendo l'educazione, il contrasto alla discriminazione e la promozione dell'inclusione come direttrici fondamentali. Ma manterrà vivi, grazie anche all'alleanza, i progetti di sussidiarietà nei Paesi in cui opera.

«Unire competenze e specificità per il bene dei più fragili è la strada migliore per guardare al futuro», aggiunge in conclusione Paola Crestani, presidente di CIAI, «portiamo in questa alleanza tutta la nostra esperienza e un approccio unico al mondo dell’infanzia: guardare ad ogni bambino come si guarda ad un figlio, con uno sguardo complessivo sui suoi bisogni».


Nei prossimi giorni, a partire da lunedì 12 aprile, Vita.it ospiterà, con l'hashtag #AlleanzeOng, un dibattito sui temi delle alleanze, fusioni e integrazioni tra organizzazioni. Interverranno tra gli altri Raffaele K. Salinari portavoce del Cini, Nino Sergi presidente emerito Intersos e Marco Chiesara presidente We World – GVC. Stay tuned

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.