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Amnesty: su torture in Iraq governo italiano sapeva

La Sezione Italiana di Amnesty International smentisce le dichiarazioni di esponenti del governo italiano sull'assenza di informazioni sulle torture in Iraq

di Paolo Manzo

La Sezione Italiana di Amnesty International, in relazione alle dichiarazioni rilasciate da esponenti del governo italiano sull’assenza di informazioni riguardanti le torture in Iraq, precisa che questo argomento fu oggetto, il 3 luglio 2003, di una comunicazione del sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver alla Commissione Esteri della Camera. Rispondendo a una interrogazione dell’onorevole Piscitello, la Boniver affermava che, ”in relazione alle denunce da parte di Amnesty International sulle condizioni riservate agli internati iracheni nella base americana di Camp Cropper a Baghdad ed in altri centri di detenzione nel Paese riferite dall’onorevole interrogante, appare opportuno evidenziare come la stessa Ong (Amnesty International) abbia preso diretto contatto con le autorita’ americane in Iraq ed abbia accolto positivamente le dichiarazioni rese dai consulenti giuridici dell’esercito statunitense e dell’Autorita’ provvisoria di occupazione di voler migliorare rapidamente le condizioni detentive in tali strutture”. L’interrogazione dell’onorevole Rino Piscitello, della Margherita, faceva riferimento a un memorandum inviato il 26 giugno del 2003 da Amnesty International a Paul Bremer, capo dell’ufficio dell’Autorita’ provvisoria di occupazione e reso pubblico in Italia con un comunicato stampa il 30 giugno. ”Le condizioni in cui gli iracheni sono detenuti presso Camp Cropper e nella prigione di Abu Ghraib possono costituire pena o trattamento di natura crudele, inumana o degradante, vietata dal diritto internazionale”, si leggeva nel comunicato.


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