Non profit
Amnesty indaga su polizia italiana
Per la dura repressione degli scontri durante il Global Forum di Napoli
Amnesty International ha scritto oggi al Ministro dell’Interno Enzo Bianco per esprimere la propria preoccupazione in merito alle inquietanti denunce su presunti e diffusi abusi commessi nei confronti dei dimostranti dalle forze dell’ordine, durante una manifestazione del 17 marzo scorso a Napoli.
La manifestazione tenutasi durante il Global Forum e’ degenerata in violenti scontri tra gruppi di manifestanti che cercavano di entrare nell’area della conferenza e le forze dell’ordine. Si sono contati feriti sia tra gli agenti sia tra i dimostranti e danni al patrimonio.
Nella lettera, Amnesty International chiede l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta indipendente che indaghi in maniera completa e imparziale sul comportamento e le tattiche usate dalla polizia durante la manifestazione. Amnesty chiede inoltre di esaminare le denunce di maltrattamenti avvenuti durante gli scontri e nelle stazioni di polizia. I risultati dell’indagine dovranno essere resi pubblici nel piu’ breve tempo possibile.
“Riconosciamo che le autorita’ italiane avevano la responsabilita’ di assicurare la sicurezza dei partecipanti al Global Forum, cosa sempre difficile nel corso di tali eventi, soprattutto quando talune fazioni hanno l’obiettivo di fomentare disordini” dichiara Amnesty International, “Tuttavia i cittadini hanno il diritto di esprimere pacificamente le loro opinioni senza per questo dover temere per la propria incolumita’ fisica” aggiunge l’organizzazione.
Le denunce contro le forze dell’ordine includono: – aggressioni indiscriminate da parte di agenti nei confronti di manifestanti non violenti, anche minorenni, intrappolati in una piazza circondata dalla polizia; secondo quanto riferito queste persone sono state picchiate con il calcio dei fucili, con sfollagente, calci, pugni e pietre, anche se in molti casi, i manifestanti si erano avvicinati agli agenti con le mani in alto per dimostrare loro le proprie intenzioni pacifiche; – percosse nei confronti di quanti filmavano o fotografavano gli episodi di uso eccessivo della forza e la distruzione delle macchine fotografiche e delle pellicole; – l’aver omesso di fornire cure mediche adeguate e tempestive ai fermati feriti; – l’aver impedito ai fermati di ricorrere ad un avvocato o di informare familiari o terze persone sulla loro sorte; – i maltrattamenti nei confronti dei fermati, tra cui minorenni, nelle stazioni di polizia; secondo quanto riferito alcuni sono stati obbligati a stare in ginocchio sul pavimento con la faccia al muro per molto tempo e sottoposti deliberatamente a percosse, calci, schiaffi, insulti verbali spesso di natura oscena e a sfondo sessuale.
Molti fermati hanno subito perquisizioni intime e, in alcuni casi, la condotta degli agenti durante le perquisizioni e’ stata deliberatamente mirata ad umiliarli e degradarli. “Numerose relazioni provenienti da varie fonti, incluse testimonianze e prove fotografiche, rappresentano un quadro inquietante di abusi diffusi e violazioni degli standard internazionali sui Diritti Umani da parte della Polizia di Stato, dei Carabinieri, e della Guardia di Finanza che dovrebbero essere esaminati da una Commissione d’Inchiesta indipendente” dichiara Amnesty International.
L’organizzazione ha inoltre dichiarato che un’indagine tempestiva, completa, imparziale e pubblica serve a proteggere la reputazione delle forze dell’ordine, che potrebbero essere soggette ad accuse infondate, ma anche a salvaguardare gli interessi delle eventuali vittime di maltrattamenti.
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