Volontariato

Amnesty: in Albania la tortura è routine

La dura accusa in un documento pubblicato oggi

di Gabriella Meroni

“Il contesto politico e’ profondamente cambiato, ma la tortura e’ rimasta”, dichiara Amnesty International in apertura di un rapporto pubblicato oggi sull’Albania. Tortura e maltrattamenti erano diffusi nel paese sotto la guida del partito democratico e persistono nell’attuale governo del partito socialista.

Il documento Albania: torture e maltrattamenti – una fine all’impunita’?, dimostra che nel paese la tortura e’ di routine, che bambini sospettati di aver compiuto dei crimini vengono arrestati e maltrattati. Esemplare e’ il caso di un undicenne erroneamente sospettato di scippo portato in una stazione di polizia e qui percosso, ferito con un coltello e ustionato da bruciature di sigaretta. Vittime di tortura sono stati anche vari membri e sostenitori del partito democratico, il principale partito di opposizione del paese, molti dei quali sono stati arrestati durante alcune proteste violente avvenute nel novembre 2000. Amnesty International riconosce alcuni passi avanti fatti dall’Albania in difesa dei diritti umani. Il paese ha ratificato importanti trattati sui diritti umani, tra cui la Convenzione Europea per la prevenzione della tortura. L’istituzione di un Ombudsman nel febbraio del 2000 con potere investigativo ha portato ad alcuni importanti risultati quali l’allontanamento di poliziotti responsabili di maltrattamenti. Il rapporto riconosce il problema costituito dal crimine organizzato. Eloquente e’ il caso della citta’ di Elbasan, dove la lotta al crimine che pur ha portato buoni risultati, e’ coincisa con un aumento delle violazioni dei diritti umani da parte della polizia.

Amnesty International ribadisce che la polizia non puo’ abusare della propria autorita’ e agire al di sopra della legge. “Ma – secondo l’organizzazione per i diritti umani – ancora troppo poco e’ cambiato, nella realta’ del paese”. A un mese dalle elezioni nel paese, Amnesty International pone con urgenza il problema della tortura e della lotta all’impunita’ quale priorita’ per il futuro governo.

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