Welfare

Amnesty: furgoni Fiat “camere itineranti della morte” in Cina

La denuncia della sezione italiana: "Fiat non si renda complice della violazione dei diritti umani"

di Ida Cappiello

I “boia itineranti”, nuovo sistema di esecuzione capitale adottato in Cina, girano su furgoni Iveco, società del gruppo Fiat. Lo ha denunciato la sezione Italiana di Amnesty International, chiedendo all’azienda torinese di non rendersi vcomplice di una violazione del diritto alla
vita. Da quando la Cina ha adottato l’iniezione di veleno per eseguire le condanne a morte (in forte aumento, più di mille nel solo 2002) i tribunali locali si sono dotati di camere di esecuzione mobili, per accelerare i tempi ed evitare il trasferimento dei condannati.
I furgoni sono prodotti a Nanchino e costano 400.000 yuan, circa 40.000 euro.
La sezione Italiana di Amnesty International chiede alla Fiat di
porre fine alla vendita dei furgoni alle autorita’ cinesi, di fornire assicurazioni che non effettuera’ ulteriori forniture diveicoli, parti di ricambio o attrezzature destinate a funzioni che siano in palese violazione dei diritti umani, e di aderire alle norme delle Nazioni Unite sulla
responsabilita’ delle aziende, approvate il 13 agosto di quest’anno dalla
Sottocommissione Onu per la promozione e la protezione dei diritti umani.

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