Non profit
Amnesty: basta con le violenze in Burundi
"Le centinaia di violazioni dei diritti umani e di violenze da agosto ad oggi, sottolinea il disperato bisogno di trovare una soluzione alla precaria situazione del Burundi"
In un rapporto pubblicato oggi, Amnesty International fa appello a tutte le parti in gioco nella guerra civile in Burundi affinche’ pongano immediatamente fine alle deliberate uccisioni di civili disarmati, e agiscano responsabilmente per impedire l’intensificarsi delle violazioni dei diritti umani.
Il rapporto, intitolato “Burundi: Tra speranza e paura”, disegna un quadro sconvolgente di un inesorabile incremento delle uccisioni di civili disarmati, sparizioni, torture, arresti arbitrari e di massicci spostamenti forzati di popolazioni. Il rapporto segnala la necessita’ di tutelare l’accordo di pace, e sostiene che “senza giustizia, non ci puo’ essere un futuro responsabile, e una stabilita’ a lungo termine”.
Dalla firma degli accordi di pace ad Arusha il 28 agosto 2000, la violenza e’ aumentata, provocando centinaia di morti tra i civili”. La firma dell’accordo di pace non ha cambiato il quadro delle violazioni dei diritti umani in Burundi”, dichiara l’organizzazione. “Comunque, sebbene sia un primo passo, il processo di pace rappresenta un momento chiave nella storia politica del Burundi che potra’ servire come opportunita’ per rompere decenni di violenze ed impunita’”.
Il processo di pace, che e’ ancora in fase iniziale, rappresenta la migliore opportunita’ degli ultimi anni per migliorare il rispetto dei diritti umani in Burundi. Esso prevede una struttura per investigare sulle violazioni dei diritti umani e per riformare e rinforzare l’istituzione giudiziaria e le forze armate. “L’alternativa di continui incrementi del conflitto, di generalizzate violenze e future violazioni dei diritti umani, deve essere evitata a tutti i costi”, dichiara Amnesty International.
“Le centinaia di violazioni dei diritti umani e di violenze da agosto ad oggi, sottolinea il disperato bisogno di trovare una soluzione alla precaria situazione del Burundi”. Raccomandazioni: Amnesty International chiede a tutte le parti in conflitto di: – agire immediatamente per prevenire le uccisioni illegali di civili disarmati; – investigare sulle violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di sicurezza e dai gruppi armati di opposizione e portare davanti alla giustizia i colpevoli; – fermare il reclutamento dei bambini, usati come supporto nelle operazioni militari; – intraprendere delle riforme per assicurare un sistema giuridico efficace e imparziale; – proteggere i diritti dei profughi e dei rifugiati; – garantire che i membri delle organizzazioni umanitarie e per i diritti umani non vengano minacciati, arrestati o uccisi, e possano liberamente fare il loro lavoro.
Inoltre, l’organizzazione chiede alla comunita’ internazionale di usare la sua influenza politica e le proprie risorse finanziarie per supportare programmi di promozione e protezione dei diritti umani in Burundi. “L’abilita’ del Governo del Burundi e delle agenzie inter-governative di attuare queste raccomandazioni sara’ seriamente ridotta senza il supporto di agenzie chiave”, aggiunge Amnesty International. “Noi chiediamo alla comunita’ internazionale di riconoscere e coadiuvare il ruolo chiave che hanno le associazioni nazionali sulla difesa dei diritti umani”.
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