Amici dei Bambini: “Maria e i bambini contesi. Oltre la vicenda di Cogoleto”

?Ci sono fatti sociali, umani, intimi, che sono come i velivoli che non vengono avvistati dal radar: gli aquiloni esistono anche se il radar non ne coglie l?esistenza. Così i bambini che chiedono asilo non vengono avvistati dal radar della legge? (dalla prefazione di Francesco Merlo) E? in libreria dal 24 gennaio ?Maria e i bambini contesi. Oltre la vicenda di Cogoleto?, il nuovo libro della collana Amici dei Bambini per Ancora editrice. La pubblicazione, che ha la prefazione dell?editorialista di Repubblica Francesco Merlo, rilegge la vicenda della bambina bielorussa Maria che lo scorso settembre ha diviso le coscienze, mettendo in crisi il sistema dei soggiorni solidaristici e delle adozioni internazionali, nonché i rapporti tra Italia e Bielorussia. Maria ? il cui vero nome è Vika ? era stata trattenuta in Italia lo scorso settembre da una famiglia che la ospitava da qualche anno a Cogoleto, nell?ambito dei soggiorni solidaristici destinati ai cosiddetti ?bambini di Chernobyl?. Secondo Amici dei Bambini, che è stata giudicata dal Tribunale di Genova come associazione legittimata ad agire nell?interesse dei bambini abbandonati, la vicenda di Vika rappresenta solo la punta di un iceberg che nel mondo coinvolge migliaia di bambini contesi in nome di leggi, burocrazie, opportunismi. Si vuole andare dunque, ?oltre la vicenda di Cogoleto? per tentare di comprendere come sia possibile dare giustizia ai bambini abbandonati che attendono di essere accolti da una mamma e un papà, grazie all?adozione. La vicenda di Maria viene approfondita da un punto di vista sociologico, giuridico e perfino teologico: essere lontani dalle relazioni familiari è una condizione che accomuna molti altri bambini che vivono negli orfanotrofi, in Italia e nel mondo. Gli autori evidenziano i vincoli che trattengono il bambino nel limbo dell?abbandono, il modo in cui è stato leso il diritto sostanziale del minore alla famiglia, evidenziando come le istituzioni e le leggi avrebbero dovuto tutelare i diritti fondamentali della bambina, anziché divenire il terreno di scontro tra due ordinamenti giuridici come quello italiano e bielorusso.