Non profit
Amici dei Bambini: “Le emergenze invisibili, i bambini abbandonati”
Tavola rotonda a Roma sabato 21 maggio
di AiBi
Ventitremila bambini e adolescenti in Italia vivono fuori dalla famiglia , molti di loro negli istituti e senza possibilità di adozione, mentre si avvicina la data del 31 dicembre 2006, quando, secondo la legge 149 del 2001, gli istituti per minori chiuderanno; 900mila minori sono accolti negli istituti della Federazione Russa, oltre 100mila in Ucraina. In Romania 84mila minori vivono sotto tutela statale e per nessuno di loro c?è la possibilità dell?adozione internazionale; 43mila vivono in stato di abbandono in Marocco, ma tutti questi dati non considerano il ?sommerso?.
Sono questi alcuni dei numeri drammatici e silenziosi di cui Amici dei Bambini parlerà a Roma sabato 21 maggio nel corso della tavola rotonda ?Le emergenze invisibili: i bambini abbandonati?, la prima in Italia su un tema così specifico e urgente. L?incontro, organizzato in collaborazione con il comune di Roma, si è reso necessario per denunciare l?emergenza umanitaria dell?abbandono minorile, in Italia e nel mondo, e per trovare le possibili vie di uscita a un fenomeno tanto macroscopico quanto sconosciuto.
All?appuntamento parteciperanno anche rappresentanti di Unicef Italia e dell?Istituto degli Innocenti di Firenze (cfr programma), nonché famiglie affidatarie e adottive, per testimoniare cosa significhi accogliere un bambino abbandonato.
?In Italia viviamo il paradosso dell?accoglienza ? dice Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, che dal 1986 opera in Italia e nel mondo con progetti a tutela dell?infanzia abbandonata – . Da un lato assistiamo da anni a un balletto di cifre, secondo cui non è chiaro nemmeno quanti siano i bambini abbandonati in Italia e condannati all?istituto, perché secondo chi oggi applica la legge, anche una telefonata, una cartolina inviata al bambino da un lontano parente giustificano l’esistenza di una relazione familiare. Dall?altro sono solo 5mila le coppie affidatarie nel Paese e nel 2004 sono state effettuate solo 3.398 adozioni internazionali, a fronte dell?abbandono in Italia e di circa 30mila coppie che hanno fatto domanda di adozione?.
I dati ufficiali fanno riferimento a uno studio commissionato dal ministero del Welfare al Centro di documentazione e analisi sull?infanzia e l?adolescenza dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, secondo cui i bambini ancora oggi ricoverati in 215 istituti sarebbero solo 2.633: la metà di loro ha meno di 11 anni e 300 meno di 6, fatto significativo quanto grave perché secondo la legge i bambini sotto i 6 anni devono essere accolti in famiglia. Ma dove sono finiti gli altri ventimila minori che oggi vivono ?fuori dalla famiglia??
?Sono i cosiddetti bambini di carton gesso ? aggiunge Griffini – : gli istituti alzano pareti, suddividono le stanze e diventano ?comunità di tipo familiare?, come se, in questo modo, il problema dell?abbandono svanisse. La sostanza non cambia per questi bambini: a loro mancano le relazioni affettive e familiari, e noi stiamo sostenendo l?assistenza senza promuovere l?accoglienza, disattendendo la stessa legge 149 ?.
Amici dei Bambini a Roma si rivolgerà alle famiglie italiane e alle istituzioni: l?obiettivo è quello di aprire una stagione di confronto, in un momento che sembra essere ricco di proposte, tentando così di ?armonizzare? gli strumenti dell?accoglienza.
?Accogliere un bambino è possibile e esistono molte strade ? conclude Griffini – : l?affido familiare, per i minori italiani in temporanea difficoltà, per facilitare il ritorno alla loro famiglia d?origine; l?adozione internazionale, per rendere figlio un bambino straniero abbandonato due volte, dalla famiglia naturale e da una potenziale adottiva del suo Paese ; non ultimo il sostegno a distanza, per accompagnare con il cuore un bambino abbandonato nel suo progetto di vita ?
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA DEL CONVEGNO
Margherita Plotti
06/6880.8686
aibiroma@aibi.it
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.