Non profit

Amici dei Bambini: “Ci appelliamo al ministro Moratti”

La vicenda del bambino adottivo discriminato a scuola

di AiBi

Sulla vicenda del bambino brasiliano discriminato a scuola perché adottivo e “altamente pericoloso”, interviene il presidente di Amici dei Bambini, associazione grazie alla quale è stata realizzata l’adozione da parte di una famiglia di Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano. I genitori del bambino hanno presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Milano, assistiti dai legali Carlo Olmo di Vercelli e Paola Perrino, dell’Ufficio legale e dei Diritti dei minori di Amici die Bambini. I reati ipotizzati sono violenza morale e psicologica e maltrattamenti.

“Ringraziamo questa famiglia coraggiosa, perché ha evidenziato un sommerso ? spiega Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini e genitore adottivo ? Questa è una ferita che i genitori adottivi di minori stranieri si portano sulle spalle. E? un problema serio che va affrontato e che per fortuna è uscito allo scoperto. Invito tutte le famiglie a denunciare casi come questi, laddove esistano, perché la scuola italiana è totalmente impreparata ad affrontare la realtà, sempre più diffusa, dei bambini stranieri adottati.
Noi di Amici dei Bambini ci appelliamo al ministro Moratti, con il quale chiediamo un confronto sui temi dell?accoglienza dei minori stranieri adottati che frequentano le scuole italiane, così che la cultura dell?adozione internazionale possa entrare attraverso i programmi scolastici. L?adozione è infatti accoglienza e non integrazione: si accoglie quando anche io mi sento diverso, perché la diversità arricchisce.
Nel caso di un eventuale procedimento ? conclude Griffini ? anticipo già che Amici dei Bambini si costituirà parte civile a tutela di tutti i bambini stranieri discriminati nelle scuole italiane”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.