Non profit

Amici dei Bambini: audizione all’Agenzia per le onlus

Presentata la proposta di Regolamentazione del Sostegno a distanza

di AiBi

Un organo di indirizzo e controllo sul Sostegno a distanza (Sad), sul modello del ?multistakeholder Forum? previsto dal progetto sulla Responsabilità sociale di impresa del ministero dal Welfare. E? questa la proposta illustrata oggi da Amici dei Bambini nel corso di una audizione davanti al consiglio dell?Agenzia per le Onlus presieduta dal prof. Lorenzo Ornaghi.

Non dovrebbe trattarsi, per Amici dei Bambini, di un?istituzione burocratica, ma di un organismo che sia in grado di definire linee guida condivise, vigilando sulla loro applicazione da parte degli enti che utilizzano uno dei più popolari strumenti di raccolta fondi per progetti di cooperazione allo sviluppo, il Sad appunto.
In questo contesto, per Amici dei Bambini l?organismo dovrà essere composto da tutti i portatori di interesse: rappresentanti delle istituzioni (Ministeri degli Esteri, Welfare e Pari Opportunità), di associazioni, sostenitori, finanziatori e beneficiari finali, istituzioni finanziarie e media. A condurre la regia potrebbe essere uno dei ministeri coinvolti o la stessa Agenzia per le onlus.

La proposta di regolamentazione del Sad, da sempre sostenuta dall?associazione e maturata anche alla luce di recenti eventi internazionali, quali l?emergenza nel sud est asiatico, si è snodata su alcuni aspetti fondamentali che oggi ricopre il Sad.

Prima di tutto l?interesse pubblico: occorre riconoscere che nel Sad esiste infatti un duplice interesse pubblico da tutelare, quello del beneficiario ? in questo caso i bambini ? e quello del donatore, per garantire loro la massima trasparenza nella gestione dei fondi raccolti.

Amici dei Bambini proseguirà nei prossimi mesi la presentazione del progetto alle istituzioni e alla società civile.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.