L’amianto è stato bandito in Italia più di dieci anni fa, eppure a causa di questo minerale killer si continua a morire.
Il volume “Amianto – un secolo di sperimentazione sull’uomo”, a cura di Claudio Bianchi e Tommaso Bianchi, direttore dell’Unità Operativa di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Monfalcone nel periodo 1979-2002 e docente presso l’Università di Trieste il primo, ricercatore presso il Centro di Studio e Documentazione sui tumori ambientali (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di Gorizia) il secondo, ricostruisce la storia dell’utilizzo di questo minerale nel XX secolo. L’amianto, di cui è ben nota ormai la pericolosità per la salute dell’uomo, ha infatti conosciuto il suo periodo di gloria proprio nell’era della civiltà industriale.
Gli effetti determinati dall’inalazione o dall’ingestione di questa fibra micidiale possono produrre, anche a distanza di 50-60 anni, tumori gravi e per i quali non si conosce ancora una terapia efficace, come il mesotelioma della pleura. Le persone più esposte sono state, tra le altre, gli operai dei cantieri navali di Monfalcone (GO), dove fino a dieci anni fa si usava questa fibra, anche se già dagli anni Sessanta erano noti i suoi effetti oncogeni.
Ciò vuol dire che sono migliaia le persone al momento in salute, ma esposte in passato alla fibra di amianto, che possono essere colpite da vari tipi di tumori polmonari.
L’unica soluzione al momento, dato il lungo periodo di incubazione, è la ricerca sui meccanismi che inducono il tumore da amianto, che, se scoperti, potrebbero offrire l’opportunità di agire in modo preventivo, disinnescando il potenziale meccanismo che porta all’alterazione cellulare cancerogena.
Il lavoro di ricerca e la pubblicazione di questo volume sono stati realizzati grazie ad un finanziamento dell’Associazione Trenta Ore per la Vita-Onlus.
Amianto – un secolo di sperimentazione sull’uomo
Claudio Bianchi e Tommaso Bianchi
Hammerle Editori, Trieste, 2002
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.