Sostenibilità
Amianto: petizione all’Ue per Casale
Volontari e cittadini in lotta per il diritto alla salute si appellano al Parlamento europeo
Federico Cappello, esponente di Lega tumori a Casale Monferrato, sta combattendo con altri concittadini, anche con l’utilizzo di Internet, una battaglia per vedere riconosciuti i diritti delle vittime di neoplasie indotte dall’industria dell’amianto Eternit. Ecco il testo di una petizione inviata recentemente al Parlamento europeo.
«Lo stabilimento della ditta Eternit di Casale Monferrato, si estende su un’area di circa 94.000 m2 di cui 50.000 circa coperti (con lastre di fibrocemento).
Dalla sua apertura fino alla chiusura avvenuta nel 1980 le assunzioni sono state 4.879 e, nel solo periodo 1950/80, 3.365.
Casale Monferrato presentava sicuramente condizioni favorevoli all’insediamento dello stabilimento Eternit, la città è infatti una delle capitali italiane della produzione del cementifera, e, per di più, le caratteristiche del cemento ricavato dalle marne argillose della zona, erano merceologicamente rinomate tant’è che i manufatti in cemento-amianto si erano imposti su tutti i mercati proprio perché veniva garantito l’impiego di cemento al 100% di produzione locale.
L’altra materia prima indispensabile alla produzione, l’amianto, proveniva per il 55% dal mercato nazionale ( in massima parte dalla miniera di Balangero-To) e per il 45% dal mercato estero, soprattutto dal Sud Africa.
Alla fine degli anni ’70 sono incominciate una drammatica sequela di patologie professionali e parallelamente sono incominciate le prime indagini mirate alla conferma epidemiologica.
I danni causati dall’amianto lavorato all’Eternit non si sono limitati ad interessare la popolazione esposta professionalmente, ma riguardano anche l’ambiente con i suoi abitanti.
Infatti, a partire dagli anni ’70, si incominciò a registrare da parte dei sanitari dell’Ospedale santo Spirito di Casale Monferrato, un significativo aumento dei morti per mesotelioma anche in soggetti con anamnesi lavorativa negativa nei confronti di una esposizione professionale ad amianto.
1) aumento dei mesoteliomi, tumori ed asbesto a carico dei soggetti esposti professionalmente.
2) aumento dei mesoteliomi in soggetti esposti in modo indiretto.
3) percentuale sempre maggiore di mesoteliomi insorgenti in soggetti non esposti.
4) elevato numero di donne affette da mesotelioma.
5) numero sempre maggiore di mesoteliomi in soggetti con età inferiore ai 50 anni.
L’amianto è dunque presente nel casalese, in quantità massiccia. Il 30% delle coperture della città di Casale Monferrato sono costituite da materiale in cemento-amianto.
Poiché un m2 di copertura in lastra di Eternit pesa circa 13,5 Kg. Ed il contenuto di amianto è pari al 15% circa, detratto il valore in peso dell’acqua contenuta nel manufatto stagionato (circa 20%), moltiplicando il valore ottenuto per il numero di m2 relativi alla superficie ricoperta con fibrocemento si ottiene l’impressionante valore di circa 2.000 tonnellate di amianto presente in Casale Monferrato.
Si richiede pertanto una Legge speciale, in special modo per Casale Monferrato che preveda.
1) Potenziare i finanziamenti alla lotta all’amianto.
2) Defiscalizzazione degli interventi progressivamente al reddito.
3) Calmierare i prezzi di bonifica.
4) Realizzazione presso l’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato un Centro di Ricerca Clinico per il Mesotelioma (denominato CERMES).
5) Concessione Alto Patrocino del Parlamento Europeo per il CERMES.»
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