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Amianto, non è solo un ricordo

Solo 13 Regioni hanno approvato un piano per eliminare i materiali contaminati. E intanto si continua a morire

di Redazione

Italia in alto mare sul fronte della lotta all’amianto. E’ ancora emergenza: lungo lo Stivale si registrano ritardi sulla tabella di marcia, censimenti delle fibre killer ancora in corso, poche discariche e un’attivita’ di smaltimento al rallentatore. A 18 anni dalla legge 257/92 che mise al bando l’Eternit, solo 13 Regioni hanno approvato un piano per eliminare i materiali contaminati, le altre brancolano nel buio. Eppure avrebbero dovuto provvedere entro 180 giorni. L’obiettivo ‘zero amianto’ e’ ancora lontano. E non si conosce neanche l’esatta quantita’ di fibre velenose presenti davvero nel Paese. Le mappe regionali sono perlopiu’ incomplete e restano le stime del Cnr e dell’Ispesl che parlano di 32 milioni di tonnellate solo di onduline di cemento amianto. A fotografare l’Italia dell’Eternit e’ un dossier di Legambiente (scaricabile qui a lato). Un report che arriva alla vigilia della giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto, in cui gli esperti lanciano l’allarme sul “clamoroso ritardo degli interventi di risanamento e bonifica delle strutture in cui e’ stata accertata la presenza di materiale a rischio”.

Mentre di amianto si continua a morire. E aumentano soprattutto le vittime ‘casuali’, che si sono ammalate per cause non professionali. Secondo il Registro nazionale mesoteliomi istituito nell’Ispesl (che dal 1993 censisce il tumore dell’apparato respiratorio connesso all’inalazione di fibre di amianto) sono oltre 9mila i casi riscontrati fino al 2004, con un esposizione che circa il 70% delle volte e’ stata professionale. Nessuna regione e’ esclusa. Tra le piu’ colpite il Piemonte (1.963 casi di mesotelioma maligno), la Liguria (1.246), la Lombardia (1.025), l’Emilia-Romagna (1.007) e il Veneto (856).

Quanto ai piani regionali amianto “Puglia e Molise – segnala il dossier – non l’hanno ancora fatto, mentre in Abruzzo e’ in corso di approvazione. Di altre 3 regioni (Calabria, Marche, Veneto) e la provincia autonoma di Bolzano non si ha notizia. Dove il piano esiste, si registrano comunque ritardi”. Il censimento delle fibre killer e’ ancora in corso in gran parte delle Regioni e solo 5 (Basilicata, Lombardia, Molise, Puglia e Umbria) hanno dati sull’amianto presente negli edifici privati. “Sommando le informazioni – spiegano gli esperti nel report – risulta che ad oggi in Italia ci sono circa 50mila edifici pubblici e privati in cui e’ presente amianto e i quantitativi indicati solo da 11 Regioni (Lazio, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Molise, Sardegna, Toscana, Basilicata, Piemonte e Liguria) anche se non esaustivi, delineano comunque le dimensioni del problema: 100 milioni circa di metri quadrati di strutture in cemento-amianto, e oltre 600mila metri cubi di amianto friabile”. Vanno a rilento anche gli interventi di bonifica e di risanamento.

“Va evidenziata – precisano gli autori – solo l’esperienza del Piemonte che sta svolgendo un’intensa attivita’ di bonifica, soprattutto nei Comuni che ricadono all’interno del sito di interesse nazionale di Casale Monferrato e della Lombardia, dove a oggi sono stati bonificati oltre 400 mila metri cubi di onduline in cemento-amianto e gli edifici ‘risanati’ sono il 18,5% del totale censito”.

In Lombardia – rileva il dossier – ci sono 81 milioni di metri quadrati di materiale contaminato da amianto. Solo gli edifici pubblici costruiti con questo materiale sono altre 4.200 e piu’ di 23 mila quelli privati“. E questi numeri sono in continuo aumento dato che il censimento e’ tuttora in corso.

“E’ urgente provvedere da subito all’adozione di un piano che individui anche siti per lo smaltimento – sottolinea in una nota Barbara Meggetto, direttrice Legambiente Lombardia – senza inutili ritardi. Diversamente l’impegno assunto dalla Regione per una ‘Lombardia Amianto Free’ entro il 2015 diventera’ una promessa impossibile”. Sulla questione amianto, sottolinea Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, “permane un pericoloso immobilismo dello Stato cosi’ come delle Regioni che espone la popolazione a un rischio per la salute. E’ quanto mai urgente investire risorse pubbliche che permettano di avviare e portare avanti gli interventi di risanamento e pianificare la realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento dei materiali, problema questo che in molti casi ostacola la bonifica e fa lievitare i costi”. In mancanza di impianti specializzati le fibre rimosse devono essere spedite anche all’estero (Germania, Austria). Ci sono discariche dedicate in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Liguria, Basilicata (2 siti), Piemonte (3), Toscana e Sardegna (rispettivamente 4). Quella Lombarda si e’ esaurita nel marzo 2009, in Abruzzo si lavora alla riapertura. “Le capacita’ residue – sottolineano gli esperti – sono comunque molto scarse se relazionate ai quantitativi di materiali contenenti amianto ancora presenti sul territorio”.


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