Famiglia

America latina, i bambini in piazza per i diritti dell’infanzia

Da Lima, in Perù, il reportage di Cristiano Morsolin

di Redazione

I movimenti sociali per la difesa dei diritti dell?infanzia e adolescenza si stanno mobilitando contro la repressione dei ragazzi di strada in America Latina. Durante il VII INCONTRO LATINOAMERICANO MOLACNATS (www.molacnats.org ) dal titolo ?per il riconoscimento sociale dell?infanzia e adolescenza in America Latina? che ha chiuso i battenti sabato 22 marzo a Bogotà, sono state decise delle iniziative comuni in particolare in Perù, Colombia e Paraguay.
Lunedì 31 marzo nel centro di Lima centinaia di bambini e adolescenti lavoratori hanno manifestato fino alla sede del Ministero del MIMDES. Vari rappresentanti del Movimento MNNATSOP che rappresenta ben 14.000 NATs (Niños y Adolescentes Trabajadores, bambini e Adolescenti lavoratori nell’acronimo spagnolo) del Peru hanno manifestato il loro rifiuto nei confronti della decisione della Ministra della donna e dello sviluppo sociale Susana Pinilla che nel febbraio scorso ha iniziato vari operativi con l?appoggio della polizia nazionale per sradicare la mendicità e il lavoro minorile per le strade della capitale.
Durante l?udienza del 5 marzo scorso al Parlamento, il ministro del lavoro Mario Pasco Cosmopolis ha parlato della necessità di ?azioni energiche per mettere fine alla situazione di bambini che sono obbligati a lavorare dai loro genitori?. Una dimostrazione dell?uso della forza istituzionale è per esempio il fatto che il primo marzo scorso ben 51 minori di 12 anni sono stati portati via e internati in strutture di protezione dell?INABIF, una sorta di ?reclusione in istituti? che avviene solo nel quartiere benestante di San Isidro, per ?ripulire? il centro di Lima, in attesa della Cumbre Iberoamericana che convocherà a maggio proprio a Lima i vari premier dell?America Latina e anche dell?Unione Europea (D?Alema aveva già annunciato la sua adesione).
Dopo quasi vent?anni si ripete un?esperienza analoga avvenne durante la Cumbre di Rio de Janeiro con ?l?arresto di centinaia di meninos de rua? come allora denunciò il Movimento Nazionale Bambini di strada MNMMR del Brasile, che con una storica mobilitazione nel 1990 ha ottenuto l?approvazione del Estatudo do Menor, la migliore legislazione in tema di infanzia, frutto della pressione popolare dei movimenti sociali.
Durante la marcia del 31 marzo il Movimento nazionale dei NATs organizzati in Peru MNNATSOP (www.mnnatsop.org ) ha letto una dichiarazione che afferma che ?il mandato della Convenzione sui diritti dell?infanzia è il diritto alla protezione da tutte le forme di sfruttamento (articolo 32) e a non essere repressi. Il codice del bambino (legge 27337) considera la privazione della libertà come una ultima risorsa e non una politica quotidiana e sistematica. Ricorrere a questa forma perversa di utilizzazione dei bambini da parte di adulti senza scrupoli e di pericolose mafie, non può far ricadere tutto il peso solo sulle vittime, senza toccare le mafie. Questi operativi della polizia non costituiscono una politica sociale di sradicamento della povertà o di lotta contro lo sfruttamento economico di cui sono oggetto ma si tratta di occultare e nascondere per gli occhi dei ?benpensanti?, una triste immagine di pulizia sociale per abbellire la capitale in vista delle prossimi meeting internazionali. La situazione che vivono i bambini poveri che cercano di sopravvivere nelle strade, nelle piazze e l?indiscriminata aggressione di cui sono attualmente oggetto, rivela l?ambiguità della legge n. 28190 sulla protezione dalla mendicità che proprio il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo di Ginevra ha raccomandato allo Stato Peruano venga derogato?.
Laila Villavicencio, adolescente peruviana di 14 anni di Piura, delegata del MNNATSOP racconta che ?come risultato della marcia siamo stati ricevuti dalla Vice Ministra della donna e sviluppo sociale Julia Zegarra e siamo giunti all?accordo di realizzare un tavolo di lavoro e di presentare il nostro punto di vista alla Commissione Speciale parlamentaria che sta rivedendo il codice dell?infanzia. Loro affermano che non si tratta di retata, ? a caccia dei NATs? ma di interventi. Abbiamo letto alla vice ministra la nostra dichiarazione e anche quella del VII incontro latinoamericano?.
Alejandro Cussianovich, direttore dell?Istituto Latinoamericano di formazione per educatori popolari IFEJANT (www.ifejants.org ), tra i massimi esperti a livello mondiale di politiche dell?infanzia, co-fondatore dei movimenti NATs in Peru dal 1976 e docente all?Università San Marcos di Lima, denuncia che ?centinaia di poliziotti mobilitati raccolgono bambini e adolescenti che fanno i clown per strada o vendono frutta nelle zone commerciali di San Isidro e San Borja e altre località. E? l?inizio dell? operazione di profilassi sociale nell?ambito dei meeting internazionali che si realizzeranno nei prossimi mesi, un vano tentativo di nascondere la povertà a cui è sottomessa il 50% della popolazione peruviana. Di fronte a questi fatti ci domandiamo: fino a quando continuerà la politica di miopia della politica sociale nei confronti della povertà che combatte, reprime e arresta i bambini? Che si sta facendo con le mafie della tratta che sfrutta i bambini in situazione di mendicità? Fino a quando continuerà questa politica di penalizzazione della povertà che denigra i bambini in situazione di povertà? Rifiutiamo queste iniziative intraprese dallo Stato e invochiamo le varie organizzazioni a essere vigili e a denunciare questa violazione dei diritti dell?infanzia. Invochiamo la partecipazione della Defensoria del Pueblo ? Ombusman per l?infanzia affinché intervenga di fronte a questi fatti che violano la dignità di questi bambini?.
In merito Gerardo Sauri, direttore della rete per i diritti dell?infanzia in Messico (www.derechosinfancia.org.mx ) e rappresentante della coalizione di Ong dell?America Latina nel Consiglio consuntivo delle Nazioni Unite per lo studio della violenza contro l?infanzia ha commentato con parole dure questa ambigua politica governativa che serpeggia in tutta l?America Latina sottolineando che ?i movimenti sociali NATs sono una pietra fondamentale nella lotta per i diritti dell?infanzia per tutta la regione e la loro voce e organizzazione sono imprescindibili nell?attualità. Come avete segnalato, le minacce contro i diritti dell?infanzia si incrementano nel contesto attuale. Il sistematico in compimento dei trattati internazionali in materia di diritti umani e dei diritti dell?infanzia in particolare, da parte degli Stati dell?America Latina e dei Caraibi ha provocato che i dibattiti pubblici abbandonino gli sforzi per vigilare che si esercitino i diritti. In un numero crescente di paesi diventa ricorrente la pratica di incentrare l?agenda politica sulla sicurezza di tipo poliziesco che colpisce negativamente l?infanzia e i suoi diritti, soprattutto perché genera politiche che, con il pretesto di ?proteggere i bambini? dai rischi dell?insicurezza, vengono subito convertiti in presunti delinquenti, per il solo fatto che sono persone minorenni d?età vengono ristretti i loro diritti e subiscono diverse forme di repressione, di criminalizzazione e di controllo sociale che arrivano addirittura all?estremo di promuovere gruppi di sterminio che colpiscono soprattutto la popolazione maggiormente discriminata nei suoi diritti, gli abitanti di strada. Così con il pretesto di combattere il terrorismo, il narcotraffico e i gruppi di delinquenza organizzata, ma anche i movimenti armati, bambini e adolescenti affrontano una violenza istituzionalizzata che rende vulnerabile l?esercizio dei loro diritti. Per questo motivo lo sforzo costante dei movimenti NATs costituisce un contrappeso per rendere visibile questa situazione in una regione così tanto diseguale e insensibile a riconoscere che i bambini e adolescenti costituiscono gruppi sociali che hanno il diritto di organizzarsi e di essere presi in considerazione?.
Queste misure drastiche adottate con un certa visione autoritaria e repressiva vengono assunte in vari paesi dell?America Latina, provocando la mobilitazione dei movimenti sociali.
In PARAGUAY proprio venerdi 28 marzo la Commissione Interamericana per i diritti Umani CIDH di Washington (massima istanza giudiziaria nel continente) ha deciso di continuare le indagini nel caso di privazione di libertà di bambini di strada avvenuta nel 2005 da parte del magistrato Mercedes Brítez de Buzó.
La denuncia è stata effettuata dalla ?Coordinadora por los Derechos de la Infancia y Adolescencia?, la Fundación Tekojoja (che appoggia la campagna presidenziale dell?ex vescovo Fernando Lugo, Centro por la Justicia y el Derecho Internacional (CEJIL) e la Ong CALLE ESCUELA demandando lo Stato del Paraguay per aver violato il diritto dei bambini di strada ?senza aver individuato per ogni singolo caso il modo di non separarlo dalla famiglia e di privarlo della libertà attraverso l?uso eccessivo della forza?. Nel caso menzionato furono arrestati 69 bambini minori di 14 anni.
Norma Duarte, direttrice dell?Ong CALLE ESCUELA di Asuncion, che da vent?anni accompagna processi di organizzazione dei NATs, ha dichiarato che l?allontanamento dalle loro famiglie di bambini e adolescenti lavoratori in strada a Ciudad del Este ha creato varie reazioni che ha spinto il relatore sull?infanzia dell?Organizzazione degli Stati Americani OEA, Paulo Pinheiro a un?apposita visita. Dopo questa retata il magistrato Mercedes Brítez de Buzó è stata nominata Ministra dell?infanzia del Governo Dualde premiando la mano dura per risolvere il problema dei bambini di strada. Siamo molto fiduciosi dell?azione intrapresa dalla Commissione Interamericana per i diritti Umani CIDH?.
In COLOMBIA la coalizione contro la vincolazione dei bambini e giovani al conflitto armato ? www.coalico.org (di qui è membro ?Creciendo Unidas di Bogotà) ha attivato una demanda giudiziaria contro il Ministero della Difesa, la Polizia nazionale e l?Esercito di Stato per l?occupazione della forza pubblica di scuole e centri educativi. In seguito a varie missioni sul campo in Antiochia, Putumayo, Choco, Cauca, costa caribe si denuncia non solo la violazione del Diritto Internazionale Umanitaria; la occupazione delle scuole comporta la violazione di altri tipi di diritti dell?infanzia e adolescenza come la violenza sessuale nelle bambine che partecipano alle lezioni, minacce ai maestri e l?uso degli studenti in inteligencia militare.
Questa ambigua politica di ?protezione? dello Stato ha una storia di pericolosi antecedenti.
Per esempio giovedì 20 novembre 2003, nell?ambito dell?anniversario dell?approvazione della Convenzione dei Diritti dell?Infanzia (20 novembre 1989), i Movimenti dei bambini ed adolescenti lavoratori organizzati peruviani tra cui i delegati di Generación, Ifejant, Manthoc e Mnnatsop hanno dato vita a Lima ad una manifestazione pacifica di bambini ed adolescenti lavoratori, per reclamare di fronte al Palazzo del Governo il rispetto e l?applicazione dei diritti sanciti dalla Convenzione. Il gruppo, formato da circa 150 ragazzi, aveva preparato vari cartelloni e manifesti per richiamare l?attenzione delle autorità sulla grave situazione in cui versa l?infanzia peruviana. Era stata scelta la strategia di entrare nella piazza a gruppi di 10 ragazzi in alternanza, cantando e mostrando i messaggi, per rispettare il divieto del sindaco di non svolgere manifestazioni nella Piazza del centro storico di Lima. Con la motivazione che la manifestazione infrangeva tale decreto, un gruppo di ufficiali della Polizia Nazionale, in assetto antisommossa, si è scagliato contro i manifestanti a colpi di manganello, con gas lacrimogeni, pugni e calci, senza tener conto del fatto che molti erano bambini. A causa di tale intervento, diverse persone hanno avuto svenimenti e subito contusioni per i colpi e calci ricevuti dai rappresentanti dell’ordine che non si sono fermati nemmeno davanti a giovani con bambini in braccio, come è evidente in una foto riportata sul quotidiano La Repubblica del 21 novembre. Inoltre, 3 minorenni e 2 maggiorenni sono stati temporaneamente trattenuti dalle forze di Polizia dell’Unità di Servizi di Controllo di Tumulti della Polizia. Un agente di Polizia che si è rifiutato di farsi identificare, ha cercato di motivare il brutale intervento spiegando che i manifestanti altro non erano che “pirañitas”, bambini che pernottano per strade, per i quali non si deve avere alcuna considerazione in ragione della loro minore età, giacché non si comportano come bambini ed adolescenti quando aggrediscono persone adulte.”
Allora l?Osservatorio SELVAS aveva lanciato una denuncia internazionale con il sostegno di Save The Children-Svezia, Bureau Internacional Catholique pour l? Enfance BICE di Bruxelles, il programma infanzia dell?Osservatorio Mondiale per la protezione dei difensori dei diritti umani OMCT-FIDH di Ginevra, la ong africana ENDA e la ong indiana CWC. La pressione della società civile internazionale ha fatto sì che il 10 maggio 2004 il Relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà di espressione Theo Van Boven, il Relatore speciale delle Nazioni Unite per la vendita di bambini e la prostituzione infantile e il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i difensori dei diritti umani, abbiamo scritto una apposita lettera al Governo Peruviano questionando la violenta repressione poliziesca.
Una risposta a questa violenza è l?organizzazione dei movimenti sociali NATs che hanno elaborato un calendario di mobilitazioni dove si menziona in Perù la marcia del 31 marzo contro la repressione della polizia, in aprile in Paraguay la presentazione di proposte per l?infanzia al candidato presidenziale Fernando Lugo, ex-vescovo, a giugno a La Paz una cumbre con il Ministro del Governo di Evo Morales per le relazioni con i movimenti sociali per condividere il percorso dell?Assemblea Costituente, a ottobre il progetto gestito dai gesuiti ?Muchacho Trabajador? di Quito realizza un?assemblea per approfondire la questione del lavoro minorile da presentare all?Assemblea Costituente.
Laila Villavicencio, adolescente peruviana di 14 anni di Piura, delegata del MNNATSOP, spiega a partire dalla sua esperienza di partecipazione e rappresentatività democratica in una sorta di parlamento infantile ?con cui lottiamo contro ogni forma di maltrattamento ed esclusione sociale. Crediamo che l?organizzazione sia uno strumento di protezione, per esigere e sviluppare capacità di cittadinanza attiva. Siamo attori sociali che rappresentano gruppi e movimenti popolari di base che non si limitano a parlare della partecipazione che proviene dalla filosofia ma costruiamo protagonismo come un nuovo stile di vita e di pensiero che fa nascere una nuova cultura dell?infanzia e adolescenza. A giugno lanceremo l?Osservatorio sull?applicazione delle Raccomandazioni del Comitato della Nazioni Unite per i diritti dell?Infanzia di Ginevra che ha rivolto allo Stato Peruviano dopo un lavoro di lobbyng che come MNNATSOP abbiamo realizzato a Ginevra nel gennaio 2006 presentando un rapporto alternativo, con l?appoggio di Save the Children-Svezia?.
Venerdi 28 marzo Manfred Liebel, cattedratico dell?Università di Berlino, Direttore della rete PRONATs (www.pronats.de ) e coordinatore dei master in europa di cultura dell?infanzia, ha incontrato i maestri della scuola ?Pequeno Trabajador? di Bogotà affermando che ?il protagonismo dei bambini non serve solo nei paesi poveri del sud del Mondo ma anche in Europa, una chance per l?infanzia che vuole essere riconosciuta come soggetto, che vuole assumere responsabilità quotidiane nella scuola, nella famiglia, nella società. In Germania abbiamo iniziato un percorso di accompagnamento con adolescenti e bambini lavoratori di 12 anni aprendo il concetto di lavoro come l?appropriazione della conoscenza tecnologica attraverso internet (che è utile per apprendere ma non si guadagna denaro), come il lavoro artigianale che lega il lavoro alla creatività e all?arte. Un esempio di partecipazione non ?addomesticata dagli adulti? è l?esperienza di adolescenti tedeschi che esprimono solidarietà nei confronti di bambini migranti illegali che la scuola ufficiale non può accettare in quanto ?sin papier?. E? una forma di cittadinanza della disobbedienza dal basso. Per questo come organizzazioni europee come Pronats e Italianats che appoggiamo i movimenti NATs nel mondo abbiamo la responsabilità di ricercare percorsi di protagonismo anche in Europa?.


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