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AMERICA LATINA. Concluso il Forum sociale delle Americhe

Si è tenuto a Città del Guatemala dal 7 al 12 ottobre. Decine di movimenti sociali presenti. "La crisi economica attuale rende necessaria una vera trasformazione sociale globale"

di Daniele Biella

“Stiamo vivendo un momento storico, decisivo per l’umanità. In questi giorni di crisi delle Borse è fin troppo evidente il fallimento del sistema capitalista, già denunciato tempo fa da molti movimenti sociali. O si aprono le porte a processi di trasformazione urgenti e globali, oppure a pagare questa situazione saranno come sempre i più poveri del Pianeta”. A parlare è Edgardo Lander, sociologo e docente universitario venezuelano. L’occasione è la chiusura del Forum sociale delle Americhe 2008, appuntamento che si è tenuto a Città del Guatemala dal 7 al 12 ottobre e che anticipa di qualche mese il Forum sociale mondiale 2009, previsto dal 27 gennaio al primo febbraio a Belem, in Brasile.

“La crisi attuale è in primo luogo di civiltà, di un modello di società e di vida che è controproducente perchè basato sulla devastazione sistematica delle risorse naturali”, ha aggiunto Lander, ”non sappiamo ora quale sarà il nuovo ordine mondiale, per questo la capacità di costruzione sociale dal basso deve essere sempre più efficiente”.

Il sociologo venezuelano è stato tra i firmatari del documento finale emerso dai cinque giorni di dibattiti e confronti del Forum, incontro assai seguito dalla popolazione, a conferma che oggi l’America Latina rappresenta il luogo dove le esperienze di democrazia partecipativa hanno avuto più successo. Non a caso, due degli ultimi eventi, la salita al potere in Paraguay dell’ex vescovo Fernando Lugo l’aprile scorso e la vittoria del ‘Sì’ al referendum di cambio di costituzione in Ecuador, hanno potuto verificarsi per il forte impegno in prima linea di decine di organizzazione della società civile. La stessa società civile latinoamericana che, nel redigere, il documento del Forum, ha deciso di “riconoscere i principi di cooperazione, complementarietà e solidarietà dell’Alba (Alternativa bolivariana per i popoli delle Americhe)”, e soprattutto, di “ripudiare iniziative come il plan Colombia e i vari Tlc, Trattati di libero commercio, la Escuela de las americas (le famigerate scuole militari degli Stati uniti in territorio latinoamericano, che hanno addestrato, tra gli altri, decine di soldati che poi hanno partecipato ai vari colpi di stato continentali il cui mandante era il governo di Washington, ndr) , e l’installazione di basi militari straniere sul suolo nazionale”.

In un altro passaggio, la dichiarazione finale, controfirmata anche dai rappresentanti di tutti i movimenti sociali presenti in Guatemala, si sofferma sui prossimi obiettivi continentali da raggiungere: “in primo luogo, chiediamo che ogni paese dell’America Latina porti a compimento le proprie riforme agrarie, nell’ottica di una Sovranità alimentare continentale del 100 per cento”. E ancora: “siamo vicini alle lotte dei popoli indigeni di tutto il continente, per il loro diritto al buen vivir seguendo i tempi ancestrali di Madrenatura. Facciamo inoltre uno sforzo per ottenere una vera democratizzazione delle comunicazioni, e per il diritto all’informazione”. Il testo da anche una ‘stoccata’ ai governi europei sul tema immigrazione, dopo le recenti ‘chiusure’ legrislative: “esigiamo deroghe alla Direttiva di rimpatrio dell’Unione europea, nello stesso tempo ci pronunciamo per il libero transito delle persone come diritto umano”.

Ultimo tema è la cancellazione delle logiche del passato. “Ratifichiamo la nostra lotta contro l’impunità e l’olvido (‘oblio’) che negli ultimi decenni hanno attraversato il nostro continente. Un’altra America è possibile e necessaria”.

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