Cultura

Ambiente: un 2005 in chiaroscuro per il WWF

Secondo l'associazione ambientalista, però, il bilancio ''verde'' internazionale è più nero che bianco

di Gabriella Meroni

Disastri naturali, temperature record, ma anche l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, la pubblicazione del primo rapporto sull’impatto dell’uomo sul Pianeta e la scoperta di un raro mammifero nel Borneo. Questi alcuni degli eventi che hanno caratterizzato dal punto di vista ambientale il 2005 per il WWf. Secondo l’associazione ambientalista, pero’, il bilancio ”verde” internazionale si chiude con un saldo negativo e in Italia i conti dell’anno si chiudono ancora piu’ ”profondamente” in rosso per la mancata strategia politica e per l’incremento delle emissioni di gas serra. Il 2005 e’ stato ancora una volta un anno di numerosi disastri naturali. Iniziato con la conta degli oltre 200 mila morti causati dallo tsunami nell’Oceano Indiano del 26 dicembre del 2004, si stima che le catastrofi dell’anno che sta per concludersi hanno provocato oltre 300 mila vittime nel mondo. I danni economici accertati a causa dei cataclismi avvenuti sono stati di circa 200 miliardi di dollari. Fra le peggiori catastrofi, l’uragano Katrina, che ha quasi distrutto New Orleans, provocando 1200 morti e circa 100 miliardi di dollari di danni. Il 2005 ha inoltre registrato anche temperature record, le piu’ elevate da quando esistono rilevazioni scientifiche negli ultimi 100 anni, secondo le analisi dell’autorevole Goddard Institute for Space Studies della Nasa. Ciononostante anche l’ultima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul clima tenutasi a Montreal ai primi di dicembre ha visto proseguire la pervicace opposizione degli Stati Uniti ad impegnarsi in riduzioni delle emissioni di gas serra. Nel marzo di quest’anno la comunita’ scientifica internazionale ha reso noto il riassunto del piu’ autorevole rapporto mai pubblicato sullo stato degli ecosistemi del pianeta, il ”Millennium Ecosystem Assessment”. Gli scienziati documentano chiaramente come negli ultimi 50 anni l’intervento umano ha profondamente modificato gli ecosistemi del pianeta e che se nei prossimi 50 anni non cambieranno le politiche, la situazione potrebbe deteriorasi ulteriormente creando problemi ancor piu’ gravi alla sopravvivenza di una popolazione umana che, nel 2050, potrebbe aver superato i 9 miliardi (rispetto agli attuali 6,47).


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