Sostenibilità
Ambiente: Presentato il rapporto annuale di Legambiente
Maglia nera per la mobilità, la gestione dei rifiuti, lo stato di salute delle risorse idriche e del suolo, l'abusivismo edilizio
di Redazione
Piazzamento discreto per l’agricoltura biologica, l’ecosensibilità delle industrie, l’espansione delle aree protette.
L’Italia fotografata dal rapporto 2002 di Legambiente rivela un insieme preoccupante di chiaroscuri. ”La siccità in Italia, i cambiamenti climatici, la povertà e anche l’allarme smog – ha osservato il Presidente dell’ associazione ambientalista Ermete Realacci nella conferenza stampa di presentazione del dossier – sono tutte facce di una stessa medaglia, figli di un modo di produrre e consumare nemico dell’ambiente, della salute, dell’uomo, che ha negli elevatissimi consumi di petrolio uno dei suoi paletti principali”. Due soli dati a testimoniare gli effetti devastanti dell’ecoindifferenza: in 10 anni e’ stata cancellata nel mondo un’area di foresta tropicale con una superficie pari a quella di Italia, Francia, Germania e Regno Unito; 6 prodotti alimentari su 10 in vendita in Europa contengono o potrebbero contenere ogm. Ed ecco, in concomitanza con l’avvio a Porto Alegre del Forum sociale mondiale e in vista della Conferenza di Johannesburg, progressi, ritardi e inefficienze del Belpaese Verde.
INQUINAMENTO ATMOSFERICO E TRASPORTI
Il rinnovo del parco auto ha determinato una riduzione delle concentrazioni atmosferiche di CO e una diminuzione delle concentrazioni di biossido di azoto che restano, comunque, superiori alla norma europea. Ma sono benzene e PM10 le forme di inquinamento più preoccupanti per la salute: nelle grandi città i livelli sono spesso ben oltre le soglie. Per il benzene le concentrazioni sono particolarmente elevate nelle città meridionali (Napoli in testa). Nel 2000 circolano nella penisola 32,5 milioni di auto, 55,5 ogni 100 abitanti: una media ineguagliata a livello mondiale e molto superiore a quella europea. E l’impatto ambientale dei trasporti e’ superiore a quello medio europeo: il 27% delle emissioni di CO2 (25% in Europa), il 73% delle emissioni di CO (l’Italia genera il 22% delle emissioni europee). L’incremento di emissioni di gas serra dal ’90 a oggi rispetto agli obiettivi di Kyoto e’ aumentato dell’11,9%.
RIFIUTI
Nel ’99 la produzione di rifiuti urbani in Italia é stata di oltre 28 milioni di tonnellate, con un aumento del 5,7% rispetto al ’98 e di oltre il 9% sul ’96. Le stime sul 2000 segnalano una ulteriore crescita del 3%. Quanto alla raccolta differenziata, con il 13% raggiunto nel ’99 (le stime per il 2000 indicano un 14,8%) non sono stati raggiunti gli obiettivi fissati dal decreto Ronchi (15% di raccolta differenziata entro marzo ’99, 25% al 2001 e 35% al 2003). In Lombardia si concentra circa il 40% dei recuperi. In tutte le regioni del Sud e nel Lazio la raccolta differenziata resta sotto il livello del 5%.
INDUSTRIE A RISCHIO
Il numero di aziende classificato a rischio di incidente rilevante oscilla poco sopra le 1.100 unità. Nel 2001 si registra un decremento in Toscana, Lombardia e Veneto.
OGM E AGRICOLTURA BIO
Dopo la Francia, l’Italia é il paese europeo nel quale é stato effettuato il maggior numero di rilasci nell’ambiente di ogm. Le sperimentazioni riguardano più di 70 specie e si concentrano principalmente nelle colture di mais, colza e barbabietola. Per la bioagricoltura l’Italia é il primo produttore europeo e il terzo mondiale per estensione delle superfici. Per prodotti bio nella penisola si registra una spesa pro-capite di circa 38 mila lire (1,2% della spesa alimentare). Una cifra ancora lontana dai 113 dollari spesi dai danesi per mangiare sano.
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Nel 2001 l’insieme delle aree a elevata protezione ha raggiunto il 10% del territorio nazionale, riserve marine comprese. La superficie protetta supera i 3,5 milioni di ha. A fronte di questi risultati va ricordato che il 27% dell’Italia e’ a rischio Sahara: le regioni piu’ a rischio sono Sardegna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Calabria.
INCENDI
Nel 2000 la superficie forestale danneggiata da incendi e’ stata di oltre 58.000 ha pari allo 0,7% del totale del patrimonio forestale, con punte più elevate in Puglia (3,5%), Sicilia (3%) e Calabria.
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