Sostenibilità

Ambiente: le associazioni alla porta. Matteoli, amnesie volontarie

Documenti in regola, ok degli uffici, ma il ministro non firma. Ed un breve articolo di Francesco Agresti.

di Giampaolo Cerri

I decreti sono già pronti. Il Servizio per lo sviluppo sostenibile del ministero li ha trasmessi nell?ottobre 2001 al titolare del dicastero, Altero Matteoli, per la firma. Ma il ministeriale autografo non arriva. Si tratta del riconoscimento di 21 associazioni ecologiste, previsto dalla legge istitutiva del ministero, la 349/86. Della lista fanno parte gruppi ambientalisti noti e meno noti. Dalla Lega antivivisezione all?Agesci, dall?Ente protezione animali a Fare verde. Tutti fermi, da anni. E questa impasse comincia a far perdere la pazienza. Quelli di Fare verde, ad esempio, con 17 anni di storia sulle spalle, qualche migliaio di volontari presenti in 13 regioni, hanno dato mandato ai legali di richiedere, in base alle norme che regolano l?accesso ai documenti pubblici, copia degli atti. Scoprendo appunto che il decreto c?è, da molti mesi. “Per noi è un riconoscimento a tanti anni di impegno”, spiega il presidente, Fabrizio Vincenti, “per altri, forse, è la condizione di alcuni privilegi come la possibilità di far parte degli enti di gestione dei parchi; di costituirsi parte civile in giudizi in campo ambientale, oltre ad alcune altre prerogative previste da leggi specifiche nazionali e regionali”. Senza dimenticare che il riconoscimento ministeriale “dà anche la possibilità di ottenere dal ministero fondi per la realizzazione di iniziative e progetti in campo ambientale”. Vincenti cita la recente legge 179/2002 ?Disposizioni in materia ambientale? che, all?articolo 6, stanzia 2,6 milioni di euro per progetti di comunicazione cui possono partecipare le associazioni. Due pesi e due misure Vincenti va giù duro: “Il riconoscimento è indispensabile per raggiungere quelle risorse economiche necessarie a grandi organizzazioni che fanno ecologia di professione o per aggregare in associazioni, sedicenti ambientaliste, personaggi che dell?ecologia se ne fregano ma non sono insensibili al fascino della poltrona (magari di qualche parco?)”. Non fa nomi, Vincenti. “Basta dare un?occhiata alle posizioni e alle attività svolte”. Soprattutto contesta i criteri di scelta. “La questione è esclusivamente politica: i tecnici hanno dato parere favorevole, Matteoli evidentemente non è d?accordo. Ma spieghi perché. E poi, resta il mistero dei due pesi e due misure: associazioni anche rappresentative come l?Agesci restano fuori, altre entrano e velocemente”. È il caso di Ambiente è vita, gruppo ecologista fondato nel ?95 dall?attuale sottosegretario alle Infrastrutture, Nino Sospiri, deputato di An, il partito del ministro. Ecologisti sui generis, che, il 13 luglio 2001, invitati in Senato per un?audizione parlamentare sulla Legge obiettivo, hanno esaltato il piano ?Grandi opere? del ministero Lunardi, lo stesso del sottosegretario-fondatore: “Per la prima volta, la nostra associazione intende complimentarsi con l?azione del governo, presso una sede istituzionale di così alto prestigio”, recita il resoconto stenografico, che fa bella mostra di sé sul sito associativo. Senza dimenticare che fra le altre ?passioni ecologiste? di Ambiente è vita c?è quella per l?incenerimento dei rifiuti. Per questi ambientalisti, il decreto porta la data del 22 ottobre 2001, la stessa in cui è stato trasmesso l?atto di Fare verde. Per l?associazione del compagno di partito e collega di governo però, Matteoli ha firmato in pochi giorni: il 9 novembre. Di fronte all?immobilismo del ministro, quelli della Lav, la Lega antivivisezione hanno invece intrapreso la strada della giustizia amministrativa. “La nostra storia è lunghissima”, dice Ennio Bonfanti, responsabile per fauna e caccia. La Lav presentò la richiesta ai tempi del governo di centrosinistra, il 16 dicembre 1998. “Avrebbero dovuto rispondere entro 90 giorni”, ricorda, “cosa che non avvenne”. Il problema, allora, fu la mancanza del Consiglio nazionale dell?ambiente, organismo ministeriale in fase di ricostituzione, “che sul riconoscimento deve dare un parere consultivo”, spiega Bonfanti. Stanchi di attendere, i volontari antivivisezione (nati nel 77, con 70 sedi, presenti in quasi tutte le province ) sono passati alle diffide (29 aprile 1999) e, di fronte all?ennesimo nulla di fatto, hanno presentano ricorso al Tar del Lazio, che ha dato loro ragione nel giugno 2002. Commissari al ministero “Ma a Matteoli non basta”, dice Bonfanti. Per la Lav, che nel frattempo è divenuta ente morale, il riconoscimento del ministero permetterebbe la creazione di un corpo di guardie ecologiche volontarie: “Per noi che ci occupiamo di difesa degli animali, la possibilità concreta di monitorare le attività di caccia e di sperimentazione”. “Sollecitare Matteoli? Credo ci sia un fax per le nostre denunce, collegato direttamente al cestino”, scherza il dirigente Lav. Che non si ferma: “Chiederemo al Tar di rendere esecutiva la sua sentenza, che non è stata neppure appellata”. E cosa accadrà? “Il Tar nominerà un commissario, per eseguire l?atto che ci riguarda”. Per il governo Berlusconi ancora guai con la giustizia, seppure amministrativa. Ogm & An L?iniziativa pro-biotecnologie che sta investendo l?Italia spacca Alleanza nazionale. La linea dura del ministro per l?Agricoltura, Gianni Alemanno viene messa in discussione. “L?utilizzo delle biotecnologie è fondamentale per risolvere il problema della fame del mondo. Cercheremmo di capitalizzare in azioni politiche le indicazioni tutte ampiamente favorevoli, emerse nel corso dell?incontro con esponenti del mondo scientifico africano “. Questo il commento di Gian Paolo Landi di Chiavenna, deputato di An, al termine dell?audizione presso la commissione Esteri della Camera di una delegazione di scienziati e agricoltori africani, il 28 gennaio scorso, sugli effetti dell?utilizzo degli ogm in agricoltura nel Continente nero. Una delegazione invitata da Assobiotech. “Segnalerò ad Alemanno”, ha concluso Landi di Chiavenna, “che ha più volte espresso perplessità e assunto posizioni di cautela rispetto al ricorso alle biotecnologie, le indicazioni raccolte nel corso di questo incontro, convinto che egli le vorrà approfondire attentamente”. Consiglio o minaccia?


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