Sono ancora tanti gli ”ecomostri” che deturpano il territorio italiano, residui osceni di strutture edilizie progettate, in violazione di ogni norma di tutela ambientale, in alcuni dei punti più belli del patrimonio paesaggistico del Paese, ma spesso non portate a termine grazie alle battaglie condotte a colpi di carte bollate da istituzioni ed associazioni ambientaliste.
L’abbattimento delle strutture di Punta Licosa, cominciato venerdì scorso, rappresenta quindi un nuovo passo avanti nella decennale battaglia contro l’abusivismo edilizio ma, come ricorda Legambiente, la guerra al cemento illegale è ancora ben lontana dal vedere la vittoria finale. Ecco la lista, fornita dall’associazione ambientalista, degli ”ecomostri” ancora in piedi in Italia:
– Valle dei templi: Sono stati demoliti finora soltanto alcuni dei 600 edifici realizzati abusivamente nell’area archeologica di Agrigento.
– Pizzo Sella: Le prime demolizioni sono avvenute anche sulla collina a Nord di Palermo. La magistratura, intanto, ha sancito la confisca di 314 case e ville abusive nonché il risarcimento del danno ambientale.
– Capo Rizzuto: La riserva marina in provincia di Crotone è assediata da circa cinquantamila metri cubi di cemento abusivo, fra moli, porticcioli, fabbricati, piattaforme in cemento armato.
– Oasi del Simeto: Sono 600 le case abusive da demolire in quest’area protetta nel comune di Catania, per un totale di 250mila metri cubi. Fino ad ora ne sono state demolite circa 50.
– Baia di Copanello: Sedicimila metri cubi di cemento illegale, che dovevano essere demoliti già nel 1987. Poco distante, lungo la costa del comune di Staletti, in provincia di Catanzaro, è in piedi ancora in piedi anche il Villaggio Lo Pilato.
– Capo Rossello: Un intero tratto di costa in provincia di Agrigento è stato sbancato negli anni ’90 per la realizzazione abusiva di alcune palazzine, i cui piloni sono piantati nella sabbia. Le costruzioni attendono di essere demolite.
– Baia dei Turchi: A pochi chilometri da Capo Rossello la Regione Siciliana ha rilasciato concessioni per la costruzione di un albergo sul mare, poi annullate. Anche in questo caso si attende l’intervento delle ruspe.
– Villaggio Sindona: Dodici scheletri di cemento, parzialmente abbattuti, completamente abbandonati, deturpano il vallone di Cala Galera a Lampedusa, in piena riserva naturale. Costruiti
negli anni ’70 da una finanziaria di Michele Sindona, sono oggetti di un ordinanza di demolizione ancora da attuare.
– Alimutri-Vico Equense: Nel 1964 inizia la costruzione di un albergo di 100 stanze nella conca di Alimutri, uno dei tratti più suggestivi della Penisola Sorrentina. I lavori, mai ultimati, si fermano nel 1986: il costone roccioso che sovrasta lo scheletro è a rischio crollo.
– Villaggio Coppola: Otto Torri di 12 piani ciascuna. E’ un complesso residenziale, gravato da ben 165 procedimenti penali. Costruito in provincia di Caserta a partire dal 1962. Una prima torre è stata abbattuta ma i preannunciati abbattimenti delle altre sette non sono ancora avvenuti.
– Giannutri: L’insenatura dello Spalmatolo, nell’isola di Giannutri, nell’arcipelago toscano, è un cantiere a cielo aperto, di cui restano scheletri in cemento e qualche villetta abbandonata.
– Marina di Carrara: Tre gruppi di villette a schiera costruite a 30 metri dalla spiaggia. Oggi sono ridotte a scheletri.
– Palamaria: Circa diecimila metri cubi di cemento che incombono sul paesaggio del Parco delle Cinque Terre. Uno scheletro abusivo alto 30 metri, di cui Legambiente ha chiesto la demolizione.
– Hotel Castelsalandra: Un vasto complesso immobiliare a destinazione alberghiera costruito su di una collina, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diana, a Castellabate (Salerno). La struttura si trova in una zona soggetta a vincolo di inedificabilità e destinato all’uso civico boschivo. L’illegittimità dell’edificazione è stata accertata con una decisione del Consiglio di Stato.
– Villette di Piscina Rey a Muravera: Dopo una lunga vicenda giudiziaria, la Corte di Cassazione ha confermato l’ordinanza di demolizione per un complesso immobiliare di villette a schiera per migliaia di metri cubi costruito in un’area ad uso civico lungo la costa di Muravera (Cagliari). Non è stato ancora demolito nulla.
– Mondragone: Da oltre vent’anni sul lungomare, in provincia di Caserta, è presente un moncone di cemento armato mai ultimato. E’ un pontile d’attracco che attraversa l’intero arenile e si allunga per qualche decina di metri nel mare. I lavori di costruzione, cominciati negli anni ’80, sono stati bloccati nel 1990 dal ministero dei Beni Culturali e Ambientali che ritenne l’opera incompatibile con la vocazione turistico-balneare dell’area. Dopo la pronuncia del Consiglio comunale per l’abbattimento si attende l’emissione dell’ordinanza di demolizione.
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