Sostenibilità

Ambiente, Italia Nostra sull’orlo di una crisi di nervi

Isolato il presidente Carlo Ripa di Meana. Scissione in vista?

di Chiara Sirna

Carlo Ripa di Meana è rimasto solo in Italia Nostra: il muro contro muro con i soci della prima è alle stelle. Sessanta sezioni locali della prima e storica associazione ambientalista italiana hanno deciso di convocare un congresso straordinario di protesta contro la gestione ?antidemocratica? del neo-presidente e la vendita della sede di Villa Astaldi ai Parioli.

?Per piacere non parliamo di lotta di fazioni ma di rinnovamento – dice oggi dalle colonne de ?La Stampa? Evaristo Petrocchi, presidente del direttivo regionale dell’Umbria e coordinatore, insieme a Mariarita Signorini (Toscana) e Teresa Liguori (Calabria) degli autoconvocati – Il congresso lo vogliono centinaia di soci in tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia, sono la parte giovane di Italia Nostra, quella con ancora tanta passione civile e capacità di indignarsi|. Capacità che, a dire di Desideria Pasolini dall’Onda, presidente in carica per otto anni fino all’arrivo, lo scorso giugno, di Ripa dio Meana, negli ultimi tempi sarebbe andata scemando. Per non dire scomparendo del tutto. ?Vendere la sede significa rinunciare a lottare – si legge sempre su ?La Stampa? – Senza contare il silenzio dell’associazione negli ultimi mesi di fronte alla legge delega per l’ambiente, il degrado del Ministero dei beni Culturali e la legge urbanistica suicida della Finanziaria. E’ stata zitta e ha parlato a giochi fatti. In sei mesi di gestione immobilista il debito è salito a oltre un milione di euro?. Dente avvelenato dunque e condanne senza mezzi termini. Intanto dovrebbe essere in arrivo anche una diffida al presidente perché ?cambiare sede – dicono le sezioni – non è un atto di ordinaria amministrazione?.

Ripa di Meana dal canto suo respinge tutte le accuse e boccia la convocazione di un congresso straordinario. ?E’ ridicolo – commenta – farne uno adesso, a pochi mesi da quello ordinario di aprile?. Insomma la tensione è alta, il muro contro muro continua da mesi, le accuse di cattiva gestione si sprecano e le attività interne sono in fase di stallo: la rivista non esce da mesi e gli interventi pubblici dell’associazione sono diventati rari. Il terremoto ha coinvolto basi e vertici e l’associazione vacilla.

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