Mondo

Ambiente: il Comitato Ev-K2-Cnr ripulirà l’Everest

Grazie ad un accordo di collaborazione con il Sagarmatha Pollution Control Committee

di Gabriella Meroni

Tonnellate di rifiuti ogni anno vengono abbandonati, bruciati o eppelliti tra le incantevoli vette Himalayane intorno all?Everest. La situazione che non è più sostenibile: sono necessari controlli sull?inquinamento, analisi delle acque e smaltimento dei rifiuti secondo modalità eco-compatibili. Da oggi se ne occuperà il Comitato Ev-K2-Cnr, ancora una volta protagonista nello sviluppo sostenibile dell?Himalaya, grazie ad un accordo di collaborazione con il Sagarmatha Pollution Control Committee (Spcc). L’accordo tra il Comitato e l?Spcc è stato firmato nei giorni scorsi da Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Ev-K2-Cnr, e da Pawan Lama, segretario generale dell?Spcc. L?area interessata dalle iniziative di cooperazione che verranno avviate in futuro dai due enti saranno i 1.148 chilometri quadrati del Sagarmatha National Park (Parco Nazionale dell?Everest) più la sua estesa Buffer Zone, ossia l?area ai confini del Parco che comprende numerosi villaggi. Le azioni cui verrà data la precedenza saranno un?indagine conoscitiva sulla produzione, caratterizzazione e localizzazione dei rifiuti dell?area e il loro smaltimento, anche a quote molto alte; il controllo della qualità delle acque e dei torrenti della zona nonché l?attivazione di progetti di potabilizzazione; la formazione e l?educazione all?eco-compatibilità delle popolazioni locali. Obiettivo ultimo dell?accordo è infatti promuovere lo sviluppo sostenibile dell?area e migliorare la vita di coloro che la abitano attraverso l?introduzione di tecnologie eco compatibili, la protezione dell?ambiente e dalla biodiversità, il controllo delle acque e dell?aria. E non ultima la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, questione che in aree remote e fragili, ma ad alta frequentazione turistica, come l?Himalaya e il Parco Nazionale dell?Everest, è sempre di complessa e delicata risoluzione. Basti pensare che ogni anno, secondo i dati forniti dal ministero del Turismo del Nepal, nel Sagarmatha Nationa Park arrivano circa 25 mila trekkinisti e sull’Himalaya nepalese transitano circa 1.500 alpinisti. Ciò corrisponde a una produzione di rifiuti enorme. Secondo i dati del Sagarmatha Pollution Control Committee solo al campo base della montagna più alta del pianeta verrebbero prodotti approssimativamente 12,8 tonnellate di rifiuti l’anno (una quantità di immondizia tale da riempire 4 vagoni ferroviari). A queste vanno sommate le tonnellate che si depositano sui campi superiori e quelle delle migliaia di trekkinisti che ogni anno visitano il Parco senza spingersi ad altissima quota. Attualmente l?Spcc, organizzazione non governativa incaricata dal governo nepalese al controllo dell?inquinamento e allo smaltimento dei rifiuti nel Parco dell?Everest, ha introdotto un sistema di controlli sui rifiuti delle spedizioni alpinistiche, che sono obbligate a riportare una certa quantità di immondizia a valle pena la trattenuta di una cauzione lasciata all?arrivo nel Parco. Ma non c?è ancora alcun controllo sui trekkinisti né sulla popolazione locale, tra cui vige ancora l?usanza di bruciare o seppellire i rifiuti, compresi vetro e plastica. Le limitate risorse di cui si sostenta l?Spcc attualmente, però, rendevano difficile l?attuazione e la gestione di un piano integrato di tutela ambientale adeguato alle dimensioni, all?afflusso turistico e all?immagine internazionale del Parco dell?Everest. L?ente si sostenta infatti con una parte del budget che le spedizioni alpinistiche devolvono al Parco per la manutenzione e l?attrezzatura della via di salita all?Everest fino a campo 2. Questo è uno dei motivi per cui è stata attivata la collaborazione con il Comitato Ev-K²-CNR, ente accreditato dall?Unep (United Nations Environmental Programme), presente nel Sagarmatha National Park dal 1990, quando fu costruito il Laboratorio ? Osservatorio Internazionale della Piramide. Il Comitato, proprio l?anno scorso, ha brevettato ?Earth? insieme all?azienda italiana Actelios di Falck: si tratta di un innovativo sistema di smaltimento dei rifiuti che ridurrà drasticamente il problema ambientale dell?Himalaya, poiché capace di operare in assenza di energia elettrica e di ossigeno.


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