Sostenibilità

Ambiente: il 1 gennaio inizia la fase di impegno

Dieci anni dopo la firma del trattato di Kyoyo, parte il 1 gennaio la prima fase di impegno concreto. Un articolo di Marzio Galeotti e Alessandro Lanza di lavoce.info

di Redazione

Nel 2007 vi sono state molte importanti iniziative sul tema “ambiente”. La Conferenza di Bali ne raccoglie l?eredità e ne fa sintesi perché tutti i temi trattati negli incontri precedenti sono al centro della discussione di questi giorni. Il summit G8 di Heiligendamm, per esempio, ha sottolineato la necessità di un accordo per il post-Kyoto da realizzarsi in ambito Onu, entro il 2009. Mentre il forum Major Economies Meeting on Energy Security and Climate Change, fortemente voluto dall?amministrazione americana in settembre, tra le diverse risoluzioni, si propone un nuovo incontro dopo Bali.
Rimane il fatto che i paesi che hanno firmato e ratificato il protocollo di Kyoto sono oggi all?alba di una scadenza istituzionale rilevante. Il primo gennaio 2008 inizia ufficialmente il ?primo periodo di impegno? (first commitment period), che interessa gli anni tra il 2008 e il 2012. Durante il quinquennio, gli Stati firmatari debbono rispettare gli obblighi e i tagli di emissioni che ne scaturiscono. La recente annunciata adesione da parte dell?Australia rende peraltro gli Stati Uniti ancor più isolati nella loro scelta di restare al di fuori delle regole imposte da Kyoto.

Europa pronta a rispettare gli impegni?
Kyoto in salsa europea presenta luci ed ombre. Dieci anni fa, i 15 paesi che costituivano allora l’Unione Europea fissarono un obiettivo alquanto ambizioso: ridurre entro il 2012 le loro emissioni complessive di gas a effetto serra dell?8 per cento rispetto ai livelli del 1990. L?obiettivo generale si è tramutato in obiettivi specifici, e legalmente vincolanti, per ogni Stato membro in base alle rispettive capacità di ridurre le emissioni. L?Unione Europea si è dotata inoltre di un sistema dei permessi negoziabili delle emissioni di anidride carbonica il cui obiettivo dichiarato è quello di permettere la riduzione delle emissioni in maniera efficace rispetto ai costi. Secondo un rapporto dell?Agenzia europea dell?ambiente pubblicato di recente, gli Stati membri dell?UE a 15 potrebbero riuscire a rispettare, addirittura a superare, l?obiettivo di Kyoto. L?analisi appare decisamente ottimistica, ma certamente l?Europa (almeno quella dei 15) sembrerebbe sulla buona strada.
La conferenza di Bali si trova senza dubbio ad affrontare il tema del cambiamento climatico in una prospettiva differente rispetto al passato. La notizia, diffusa nei mesi passati, è che la Cina ha superato nel 2006 (o sta per superare secondo diverse fonti) gli Stati Uniti per le emissioni di anidride carbonica. Ciò che colpisce ulteriormente è che il sorpasso è avvenuto con dieci anni di anticipo rispetto alle previsioni precedenti. Questo fatto, per quanto semplicemente mediatico, potrà dare ossigeno alle istanze dell?attuale amministrazione statunitense che prosegue da tempo in un?ininterrotta scaramuccia con la Cina alla luce di quella che Christopher Flavin, presidente dell?autorevole Worldwatch Institute, definisce la politica del ?you-go-first, no-you-go-first?. È del tutto evidente che una politica di questo genere, astuta forse ma certo miope, non ci porterà molto lontano. E a Bali lo sanno.

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