Sostenibilità

Ambiente ed economia. Ma i sussidi uccidono anche noi.

Nei summit dei grandi non se ne parla. Ma sono determinanti nel rallentare lo sviluppo. Eliminarli? Troppi interessi settoriali lo impediscono.

di Redazione

C?è una questione che i capi delle otto principali nazioni industrializzate non analizzano mai durante i loro summit annuali, una questione a cui finora è stata data poca attenzione nei centri di potere, ma che è un fattore importante per l?economia globale. Si tratta della questione dei sussidi perversi, che ostacolano la lunga corsa allo sviluppo economico e ambientale. Un primo esempio di sussidio perverso che ricorre nell?informazione è il supporto del governo tedesco all?estrazione del carbone. Gli aiuti sono talmente ingenti, pari a 6,7 miliardi di euro all?anno, che sarebbe economicamente più conveniente chiudere tutte le miniere e mandare a casa i minatori a paga piena per il resto della loro vita. Ciò gioverebbe anche all?ambiente: meno inquinamento da carbone, quindi meno piogge acide e surriscaldamento.
I sussidi perversi nei cinque settori leader sono cospicui. Gli aiuti finanziari all?agricoltura favoriscono la sovrapproduzione delle coltivazioni, provocando l?erosione della superficie del suolo, l?inquinamento dovuto a fertilizzanti sintetici e pesticidi e il rilascio di gas che producono l?effetto serra. I sussidi per i combustibili fossili aggravano gli effetti inquinanti della pioggia acida, dello smog e del surriscaldamento globale. I sussidi al trasporto su strada favoriscono l?inquinamento a livello locale, nazionale e globale, inclusa l?eccessiva costruzione di strade con la conseguente rovina del paesaggio.
I finanziamenti per l?acqua incoraggiano un utilizzo errato ed esagerato delle scorte che sono sempre più scarse. I sussidi alla pesca favoriscono il sovrasfruttamento che conduce all?esaurimento delle risorse. Non solo questi danni ambientali hanno dei costi economici, ma i sussidi rallentano l?efficienza dell?economia globale. Ciò non per dire che i finanziamenti non possano avere scopi utili. Possono colmare deficienze del mercato, supportare le parti più disagiate della società e promuovere lo sviluppo tecnologico non nocivo all’ambiente. Qualche volta è necessaria un poco di distorsione positiva, altrimenti non potremo essere in grado di fornire un supporto alle energie rinnovabili e non inquinanti. Lo stesso va applicato al riciclaggio, alla messa a riposo dei terreni agricoli e ad altri finanziamenti benefici per l?ambiente e per l?economia.
I sussidi si presentano in molte forme e misure e spaziano dai trasferimenti finanziari ai costi opportunità e possono essere diretti o indiretti, palesi o occulti. In aggiunta ai sussidi di tipo convenzionale e formale esiste una moltitudine di finanziamenti impliciti, specialmente nella forma di esternalità ambientali. Per esempio gli automobilisti inquinano l?atmosfera di tutti senza ripagare nessuno, così effettivamente hanno un beneficio a spese di tutti. Più o meno lo stesso si verifica quando gli agricoltori spruzzano i pesticidi che poi estendono i loro effetti tossici negli ecosistemi di tutti.
Queste attività dovrebbero essere considerate come sussidi impliciti sia nella forma che nella sostanza in entrambe, anche se non sono elargite da un dipartimento del governo. Essi sono economicamente alteranti, socialmente iniqui e ambientalmente dannosi. L?erosione globale del suolo impone costi imprevisti alla società di circa 150 miliardi di dollari l?anno e i pesticidi danneggiano gli interessi della società con almeno 100 miliardi di dollari all?anno. Queste due voci da sole indicano che per l?agricoltura tali sussidi nascosti sono quasi di eguale ammontare di quelli ufficiali. In Costa Rica l?impoverimento dei suoli, delle foreste e della pesca provoca una riduzione del 25-30% della potenziale crescita economica.
Nonostante la loro importanza i sussidi formali sono spesso difficili da documentare. La poca informazione disponibile tende ad essere incompleta, imprecisa ed inconsistente. I governi sono riluttanti ad ammettere che distribuiscono sussidi di ogni sorta in grossi ammontare. Ancor meno vogliono ammettere che alcuni possano essere mal concepiti, superati, politicamente dubbi e fuori target. In molte circostanze, poi, non compilano rapporti su questi temi controversi. Così i dati sono spesso assemblati in modo casuale e forniscono sottostime. Se è difficile valutare globalmente i sussidi, è ancora più difficile valutare complessivamente i sussidi nascosti. In questa sede presento comunque i risultati di un rapporto che cerca di fare proprio questo. Tali dati devono essere considerati con estrema cautela, ma vale in ogni caso la pena cercare di fornire stime.
Attualmente il clima politico per una riforma dei sussidi perversi è probabilmente migliore rispetto a quello degli ultimi decenni. Molti governi stanno sposando l?economia di mercato con un ridotto intervento governativo; e molti governi fanno fronte alle imposizioni fiscali che danno loro un ulteriore incentivo per ridurre i sussidi. Ciò riguarda particolarmente le ?economie in transizione?. E diversi governi hanno ridotto ampiamente o addirittura abolito alcuni dei loro sussidi perversi, fornendo così un utile precedente. La Nuova Zelanda ha virtualmente eliminato tutti i sussidi all?agricoltura già dai primi anni 80, anche se – o forse per questo – la sua economia dipende dall?agricoltura più della maggioranza dei Paesi Ocse. Oggi in Nuova Zelanda gli agricoltori sono più numerosi rispetto alla fase iniziale del piano di eliminazione.Numerosi Paesi latino americani, hanno già tagliato i sussidi per l?agricoltura. La Russia ha ridotto i sussidi per i combustibili fossili e così la Cina; e simili drastiche riduzioni sono state fatte in India, Polonia e Belgio.
Dalla metà degli anni 80 il Bangladesh e numerosi altri Paesi asiatici hanno riconosciuto che l?eccessivo utilizzo di fertilizzanti azotati, incoraggiato da sussidi è economicamente dispendioso (declino dei profitti marginali) e altamente inquinante (eutrofizzazione dei corsi d?acqua e rischio di inquinamento delle riserve di acqua potabile). Le opportunità politiche abbondano. La resistenza ad eliminare i sussidi deriva anche dalla crescente abitudine alla privatizzazione. Queste opportunità sono contrastate da formidabili ostacoli. Gruppi di interessi settoriali spesso si sentono così assuefatti ai loro ?diritti?, tanto che rifuggono dal parlare di taglio dei sussidi perversi. Essi trovano come alleati gli ostacoli burocratici e l?inerzia istituzionale.
Ci sono vari modi per superare questi ostacoli. I governi dovrebbero ideare politiche alternative, che abbiano migliori obiettivi degli stessi sussidi, compensando nello stesso tempo i perdenti; dovrebbero sviluppare una strategia politica che incoraggi la eliminazione dei sussidi, riducendo generalmente i controlli governativi e l?economia verso una disciplina di mercato; o dovrebbero introdurre provvedimenti per il tramonto dei sussidi che richiedano la sopravvivenza degli stessi, giustificati periodicamente, in modo da evitare trinceramenti.
Tutte queste misure possono essere rinforzate rendendo i sussidi perversi più trasparenti, in particolare per quanto riguarda i loro effetti economici ambientali, i loro costi per i consumatori e per chi paga le tasse.

di Norman Myers
professore presso il Green College dell’Università di Oxford

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