Sostenibilità
Ambiente: Crespi protesta contro la delega in bianco
La presidente del Fai scrive al Corriere della Sera, per lanciare l'allarme su un passaggio normativo mirato a modificare a tutto campo la legislazione ambientale
”La legge delega non può essere una ‘cambiale in bianco’ che il Parlamento firma al governo e forse il ministro dell’Ambiente, da tempo sollecitato dalle Associazioni di tutela e ambientaliste a una riunione di merito sulla legge delega, farebbe bene ad ascoltare le ragioni che sono state sollevate”. E’ uno dei passaggi della lunga lettera di Giulia Maria Mozzoni Crespi, al Direttore del Corriere della Sera, pubblicata oggi sul quotidiano di Via Solferino, nella quale la presidente del Fai denuncia i rischi di concedere al governo un’ampia delega per il riordino normativo in campo ambientale su temi sensibili come i parchi, ma anche i rifiuti, le acque, il danno ambientale, la difesa dei suoli, le bonifiche e l’inquinamento, sui quali una commisisone di esperti nominata dal governo avra’ potere di intervento ”modificando tutto l’impianto della legislazione ambientale nel nostro paese”.
Per la Crespi, ”l’uso della legge delega, immaginato dalla nostra Costituzione come strumento straordinario, si e’ andato sempre piu’ diffondendo negli ultimi anni certamente anche grazie ai governi di centrosinistra. Mai pero’ una legge delega era stata cosi’ ampia, sia come ambito e diversita’ di materie trattate, sia come discrezionalita’ di azione rimessa al governo”. E fra i rischi maggiori, la Crespi vede quello che ”oggi i nostri parchi potrebbero essere infatti riperimetrati e riclassificati aprendo alla caccia e a nuove costruzioni terreni oggi protetti (come gia’ avvenuto per i parchi regionali del Lazio). Questo avverrebbe attraverso la modifica della legge attuale fatta da una commissione di esperti nominata dal ministero dell’Ambiente che, su delega del Parlamento, potra’ cambiare la legge quadro sulle aree protette”.
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