Sostenibilità
AMBIENTE. «Cetacean Conservation Star» a Sabrina Giannini
Tredici organizzazioni hanno conferito alla giornalista il premio per il documentario «Mare nostrum» realizzato per Report
di Redazione
Tredici organizzazioni attive nel campo della ricerca e tutela dei cetacei hanno conferito alla giornalista Sabrina Giannini il premio «Cetacean Conservation Star» per il suo impegno nella sensibilizzazione del pubblico riguardo al sovrasfruttamento delle risorse ittiche e alla pesca illegale con reti derivanti, un vero flagello per delfini, balene e altre specie minacciate del Mediterraneo. Le tredici organizzazioni, che rappresentano circa 400 mila soci, hanno deciso di premiare Sabrina
Giannini per il documentario «Mare Nostrum», realizzato per la trasmissione di RaiTre «Report» condotta da Milena Gabanelli.
«Sabrina Giannini e i suoi collaboratori», ha affermato Nicolas Entrup, portavoce di Wdcs, la Whale and Dolphin Conservation Society, «hanno documentato il proseguimento della pesca illegale con reti derivanti e hanno chiarito i meccanismi che consentono questo scempio, che spesso avviene sotto gli occhi delle Autorità italiane. In seguito a questa denuncia», ha aggiunto, «molte reti sono state sequestrate e le attività di pesca illegale sono state interrotte, si spera per sempre, salvando così la vita a molti delfini, capodogli, mante, tartarughe marine e altri animali protetti che cadono vittima di queste reti».
«Documentare l’impatto distruttivo delle attività umane che minacciano la vita nel mare è di enorme importanza», ha sostenuto Xavier Pastor di Oceana Europe, «Sabrina e i suoi collaboratori di Report lo hanno fatto molto bene e con grande coraggio, riuscendo a ottenere risultati importanti e sensibilizzando il pubblico e le istituzioni sui grandi problemi legati alla gestione della pesca in Mediterraneo». Il premio è stato consegnato da Giuseppe Notarbartolo di Sciara, Presidente onorario dell’Istituto Tethys, nel corso di una semplice cerimonia tenutasi presso l’Acquario Civico di Milano. Sabrina Giannini ha avuto modo di ribadire il suo impegno. «Per cancellare definitivamente le reti derivanti», ha sottolineato, «credo fosse importante mostrare il vero volto dei pescatori che ne fanno uso, un volto diverso dallo stereotipo del bravo e povero pescatore che guadagna il necessario per la sopravvivenza. Si tratta di pescatori che si sono arricchiti, sprezzanti delle regole e dell’etica. Credo fosse ancora più grave la “tolleranza” e la complicità dei politici del Sud Italia che per dieci anni hanno lasciato operare questi pescatori in una sostanziale impunità, a dispetto dei pescatori onesti e delle specie marine drammaticamente coinvolte. Da quando il servizio televisivo ha fatto emergere l’impunità di cui godevano questi pescatori mi ha piacevolmente colpita il fatto che ci sia stata una diffusa presa di coscienza, anche da parte della politica e delle capitanerie coinvolte, che stanno eseguendo numerosi controlli e sequestri. Non so se e quanto durerà l’attuale situazione. Ho reso noto alle istituzioni italiane la mia intenzione a documentare questa situazione finchè la pesca al pescespada continuerà ad essere fatta con l’uso delle reti derivanti. Potrebbe essere una guerra lunga», ha concluso, «ma vale la pena combatterla e il vostro autorevole riconoscimento è un importante sostegno. Per questo ringrazio tutti voi».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.