Welfare

Ambiente, Butterfly arrestata in Ecuador

La famosa attivista americana fermata con 7 ecuadoriani. Il comunicato delle associazioni della campagna contro l'Ocp.

di Stefano Arduini

La famosa attivista americana Julia Butterfly, che si è unita alla lotta delle associazioni ambientaliste internazionali e nazionali contro la costruzione dell?oleodotto OCP in Ecuador, è stata arrestata nelle ultime ore a Quito insieme ad altri sette attivisti ecuadoriani.

Julia Butterfly si trovava davanti agli uffici della compagnia americana Occidental Petroleum (OXY), per protestare contro il coinvolgimento della società nel progetto e per chiederne l?uscita dal consorzio OCP, composto da sette compagnie petrolifere che sfrutteranno il sottosuolo ecuadoriano.

Negli ultimi giorni Julia Butterfly aveva visitato in Ecuador alcuni dei luoghi che stanno subendo gli impatti della costruzione del mega-oleodotto OCP, che vede tra i membri del consorzio l?Eni e tra le banche finanziatrici la BNL, e che una volta completato sfregerà il territorio ecuadoriano per una lunghezza di 500 km. In particolare l?attivista americana ha voluto conoscere le ragioni delle popolazioni indigene dei Siona, dei Secoya e dei Kichua, che abitano un tratto di foresta amazzonica attaccata dai lavori per la costruzione dell?opera, il cosiddetto blocco 15, e che la hanno accompagnata nella protesta a Quito.

Julia Butterfly aveva cercato di avere un incontro con i responsabili in Ecuador della Occidental per esporre le prove raccolte durante il suo viaggio che dimostrano come siano utilizzate delle pratiche di costruzione dannose per l?ambiente violando anche gli standard minimi stabiliti dalla banca Mondiale, e di come siano violati i diritti umani, tramite pressioni illecite sugli abitanti della zona per far firmare gli accordi con il consorzio.

L?incontro era stato rifiutato, dopo essere stato in un primo momento accordato. Per questa ragione Julia Butterfly, insieme a rappresentanti delle organizzazioni ambientaliste Amazon Watch e Accion Ecologica e a rappresentanti locali delle regioni più impattate dal progetto, aveva iniziato una protesta pacifica, subito repressa con l?arresto, in alcuni casi con l?uso gratuito della violenza, dei manifestanti.

Le stesse richieste sono state avanzate dalla Campagna italiana contro l?OCP nei confronti della BNL e dell?Eni. Nel giugno scorso una carovana promossa dalla campagna ha attraversato la Colombia (dove opera in particolare la Occidental) e l’Ecuador ?dove si è tenuta una occupazione pacifica dell?ENI a Quito- e ha riportato in Italia la testimonianza e la documentazione dettagliata dei disastri ambientali economici e sociali dell’OCP.

Julia Hill, soprannominata Butterfly, farfalla, è conosciuta in tutto il mondo per aver vissuto due anni su una sequoia gigante. Lo scopo di Julia era impedire il taglio di buona parte della foresta di Stafford, in California, dove si trovano alberi vecchi centinaia di anni. Tale iniziativa non violenta ha avuto successo, dimostrando come valesse veramente la pena intraprendere una così singolare forma di lotta.

In Ecuador questa tecnica di protesta non violenta è stata già usata contro l’OCP. Da gennaio a marzo 2002, nel bosco di Mindo-Nambillo attivisti locali – ed alcuni internazionali – si sono legati agli alberi per difendere la foresta pluviale dall’avanzata dei macchinari del consorzio. L’esercito ecuadoriano ha represso l’iniziativa arrestando gli attivisti, tra cui c?erano anche due italiani.

COMUNICATO DI:

Amici della Terra, ATTAC, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Carta, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Comitato Internazionalista U?wa, CRIC-Centro Regionale d?Intervento per la Cooperazione, DeA-Associazione Donne e Ambiente, Federazione Verdi Italiani, Greenpeace, Legambiente, Terra Nuova.

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