Sostenibilità
Ambiente: boom dell’industria del riciclo
E' quanto emerge dal documento finale della commissione Ambiente della Camera
di Redazione
Cresce l’industria italiana del riciclo dei rifiuti, a ritmi piu’ sostenuti rispetto al comparto industriale nel suo complesso e con punte di eccellenza come per il riciclaggio dei rifiuti da imballaggio, che ha conosciuto un balzo in avanti del 98% tra il 1998 e il 2006. Metodologie e tecnologie del settore stanno conoscendo una stagione d’oro che puo’ imprimere una svolta alle prospettive di esportazione del modello italiano in molti Paesi, dalla Cina all’India, al Nord Africa.
E’ quanto emerge dal documento finale della commissione Ambiente della Camera a conclusione dell’indagine conoscitiva sull’industria del riciclo, avviata a meta’ ottobre dello scorso anno con una fitta agenda di audizioni che hanno coinvolto enti locali, associazioni industriali e consorzi di filiera del riciclaggio dei rifiuti. Un documento che mette quindi in luce anche gli aspetti positivi del comparto, proprio mentre la Corte europea di Giustizia emette una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia per inadempienze varie rispetto alla legislazione Ue sulla gestione dei rifiuti.
Restano, comunque, forti punti di criticita’, come dimostra con drammatica evidenza chiaramente la situazione della Campania. Il problema principale e’ quello di un sistema italiano ‘a piu’ velocita”, con un Nord che raccoglie e ricicla quasi il doppio del Centro e quattro volte il Sud. L’industria del riciclo, in ogni caso, si dimostra capace di crescere molto piu’ del comparto industriale nel suo insieme, con un indice del +5% nel periodo 2000-2004, contro un +3,8% nello stesso periodo per il settore industriale nel suo complesso. Negli ultimi 10 anni, accanto al tradizionale comparto del recupero e riciclo di rottami metallici, sono comparse “opportunita’ del tutto nuove e importanti” come nel settore delle materie plastiche, del legno, degli olii e delle batterie esauste, mentre “hanno preso nuovo e significativo slancio” quelli della carta e del vetro. Tra il 1998 e il 2006, a fronte di un incremento del 31% dell’intero settore industriale del riciclo, quello dei rifiuti da imballaggio ha conosciuto un incremento del 98%.
Nel 2006, con il 55,5% di riciclo, pari a 6,8 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggi (erano 3 nel 1998), ed il 66% di recupero complessivo, pari a 8 milioni 80mila tonnellate (erano 3,6 nel 1998), sono stati raggiunti e superati, osserva la commissione Ambiente di Montecitorio, gli obiettivi stabiliti dai legislatori europei e nazionali per il 2006, mentre gli obiettivi specifici relativi ai singoli settori e a tutti i materiali (carta, plastica, vetro, legno, acciaio e alluminio) dovrebbero essere agevolmente superati entro il 2008. Dal 1997, anno di nascita del consorzio Co.Re.Ve., la quantita’ di rottami di vetro riciclati in Italia e’ cresciuta in media del 9,5% l’anno, contro un aumento medio precedente: solo nel 2006 le aziende vetrarie, che hanno riciclato complessivamente 1 milione 830mila tonnellate di rifiuti di vetro, hanno incrementato di 150mila tonnellate la quantita’ di vetro proveniente dalla raccolta nazionale (+10% rispetto al 2005). E sempre dal 1997 c’e’ stato un aumento di oltre il doppio delle quantita’ di rifiuti plastici destinati al recupero ed al riciclo. Nel settore cartario, poi, l’Italia si e’ trasformata da paese importatore a esportatore di carta da macero. Il riciclo degli imballaggi di carta, che nel 1998 ammontava al 37%, con 1 milione di tonnellate di carta raccolte nelle nostre citta’, e’ stato nel 2005 del 66%, con 2 milioni e 265mila tonnellate. Risultati che si sono potuti raggiungere anche al significativo aumento (pur se con grandi disparita’ sul territorio) della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggi, che nel 2006 ha superato i 3,3 milioni di tonnellate rispetto al milione del 1998 e che ha dato un contributo decisivo per passare dall’11% del 1998 al 25,2% del 2006.
Nell’industria metallurgica l’impiego di rottami e la produzione di metalli secondari e’ cresciuta e si e’ ben consolidata nell’ultimo decennio, tanto che oggi l’Italia presenta, sia per l’acciaio sia per l’alluminio, una forte produzione secondaria. Significativo il caso delle 200mila tonnellate di batterie raccolte ogni anno dal Cobat, il cui piombo recuperato rappresenta oltre il 50% della produzione italiana di questo metallo, nonche’ il 40% circa del fabbisogno nazionale di piombo. Nel riciclaggio degli imballaggi si e’ registrata, osserva la commissione Ambiente, una forte innovazione tecnologica, di prodotto e di processo, che ha permesso ad alcuni settori di porre il nostro Paese all’avanguardia in Europa. Oggi, l’industria dei pannelli di legno che utilizza legno riciclato e’ la piu’ importante d’Europa. E l’indagine ha confermato l’importanza del contributo che l’industria del riciclo puo’ fornire alle politiche ambientali ed energetiche anche ai fini del rispetto degli obblighi che derivano all’Italia dal Protocollo di Kyoto. Con le 665mila tonnellate di alluminio riciclate lo scorso anno, ad esempio, si e’ risparmiata energia per 2 milioni e 800mila Tep (tonnellate equivalenti petrolio). E il riciclo di 1 milione e 830mila tonnellate di vetro ha consentito, sempre nel 2006, un risparmio di energia per 1 milione e 470mila Tep ed un ‘risparmio’ di anidride carbonica emessa nell’atmosfera per 542mila tonnellate, pari al consumo annuale di 330mila auto Euro4. Gli 8 milioni di tonnellate di imballaggi recuperati in Italia nel 2006 hanno consentito di ridurre di circa 5 milioni di tonnellate le emissioni annue di Co2.
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