Sostenibilità

Ambiente, al via la contro-conferenza voluta da Bush

I 16 paesi più inquinatori a consulto a Washington: l'idea è del presidente Usa, che ha snobbato la conferenza dell'Onu

di Redazione

Dopo aver snobbato il summit dell’Onu sul clima, mandando Condoleezza Rice sul podio, George Bush si prepara ad ospitare a Washington il “suo” vertice sui cambiamenti climatici. A cui ha voluto invitare i paesi considerati i maggiori inquinatori, comprese le economie emergenti finora escluse dai tagli delle emissioni volute dal trattato di Kyoto: in primis la Cina che secondo alcuni studi gia’ quest’anno ha strappato agli Stati Uniti la ‘palma’ di paese piu’ inquinante. Per due giorni, sotto la presidenza del segretario di Stato Rice, si riuniranno i rappresentanti, a livello di dirigenti amministrativi e non di ministri, di 16 paesi – oltre agli Stati Uniti e Cina, la Francia, la Germania, l’Italia, la Gran Bretagna, il Giappone, il Canada, l’India, il Brasile, la Corea del Sud, il Messico, la Russia, l’Australia, l’Indonesia ed il SudAfrica – insieme ai rappresentanti di Onu ed Unione Europea. Per domani e’ previsto l’intervento di Bush che ha annunciato la sua conferenza sul clima per del summit del G8 lo scorso luglio, una mossa interpretata come un tentativo di ‘dirottare’ su un’agenda piu’ accettabile per Washington il processo di preparazione ai negoziati per un ‘Kyoto2’, che dovrebbe entrare in vigore dopo il 2012.

Bush ha rifiutato il Protocollo del 1997, opponendosi all’idea dei tagli delle emissioni vincolanti. E preferendo ora parlare di riduzioni volontarie e ricerca di nuove forme di energia pulita. Dall’amministrazione Bush si cerca di assicurare che il summit di Washington non intende fare ‘concorrenza’ a Kyoto ma, come ha sottolineato la Rice, vuole iniziare a mettere in luce un piano per sviluppare goal che possano essere incorporati nel lavoro dell’Onu. Ma Jim Connaught, presidente del Consiglio della Casa Bianca sulla qualita’ ambientale, non manca di stilare una sorta di manifesto anti-Kyoto: “La nostra filosofia e’ che ogni nazione ha la sovrana capacita’ di decidere per se stessa quale debbano essere le sue politiche”. Ma per l’ambientalisti americani il vero scopo del summit di Washington e’ “fare molta scena per dare l’apparenza di un’azione sul fronte del clima, mentre invece non c”e nessuna azione all’orizzonte”, come ha detto Philip Clapp, presidente del National Enviromental Trust, ricordando la profonda vocazione anti-ambientalista dell’amministrazione Bush.

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