Mondo
Ambiente, aiuti e sorrisi: aiutare l’altro al tempo del Covid
La pandemia non ha fermato le attività umanitarie, soprattutto in Africa dove il virus sta silenziosamente mietendo vittime. Ne parliamo con il dottor Abenavoli di Emergenza Sorrisi che ci racconta come ambiente, solidarietà e salute sono sempre più interconnessi
di Marco Dotti
Fabio Massimo Abenavoli è un chirurgo plastico di fama e successo. Da molti anni, però, oltre accanto o, meglio, intrecciandolo al suo percorso professionale ha intrapreso un altro cammino. Nel 2007, il dottor Abenavoli ha fondato l’associazione Smile Train, che dal 2012 è diventata la ONG Emergenza Sorrisi.
Una realtà importante che, con centinaia di medici e infermieri impegnati in missioni chirurgiche e in attività di formazione in oltre venti Paesi, opera per ridare il sorriso a migliaia di bambini. Ma l’impegno di Emergenza Sorrisi non si ferma qui.
L’ambiente è da tempo al centro dell’impegno dell’azione di Emergenza Sorrisi, che nel proprio statuto ha inserito il tema della salvaguardia, della conservazione e della preservazione del Pianeta. Il tutto, seguendo le linee di quel grande documento del nostro tempo che è la Laudato Si’ di Francesco.
Professor Abenavoli cosa è accaduto, in questi mesi, dal punto di vita di Emergenza Sorrisi?
Avevamo quattro missioni: una in Benin, le altre in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Missioni che, a causa della pandemia, sono saltate. La prima missione, dunque, la riprenderemo alla fine di ottobre in Benin, dove operiamo con grande soddisfazione oramai da dieci anni. Ma se abbiamo dovuto spostare alcune missioni, questo non ci ha comunque fermati. L'altra attività che stiamo completando, infatti, è la missione che alla fine di luglio porterà a Roma tre bambini dalla Libia per operarli.
Ci parla di questi casi?
Sono tre casi abbastanza impegnativi: due di labiopalatoschisi, una malformazione della faccia, comunemente nota come “labbro leporino”, il nostro "core business" se così possiamo dire, e un caso di malformazione vascolare del volto. Li opereremo al Gemelli, dove abbiamo una convenzione e possiamo operare gratuitamente casi davvero impegnativi. Un'altra attività che stiamo portando avanti – e abbiamo iniziato dal mese di marzo – è il supporto di quattro strutture ospedaliere: una a Massa, una a Bari, una in Calabria e una in Sicilia. Supportiamo queste strutture con materiali di protezione individuali.
Quindi nei giorni più drammatici della pandemia vi siete messi a disposizione anche su questo fronte…
Essendo medici e infermieri sappiamo cosa significhi "protezione" e quanto sia importante: abbiamo fornito mascherine, caschi, ma anche novanta tablet per metterli a disposizione dei pazienti.
State anche collaborando con la CEI, la Conferenza Episcopale Italiana…
Con la CEI stiamo fornendo tablet e computer, sia corsi di formazione a distanza con nostri medici e infermieri specialisti come docenti sulla tematica del COVID-19. In particolare, lavoriamo in tal senso in Burkina Faso, con un centro ospedaliero dei Francescani: con il corso che abbiamo realizzato con loro, medici e infermieri locali potranno avere un'informazione e una formazione adeguata.
Africa: se ne parla poco o, spesso, se ne parla sostenendo cone il Coronavirus non stia circolando in Africa…
Sbagliato. In Africa il Coronavirus sta circolando e sta provocando danni terribili. Emergenza Sorrisi è collegata anche con ospedali in Somalia, dove l'emergenza è enorme…
… Un'emergenza di cui non si sa molto.
Non se ne sa molto non perché non ci sia emergenza, ma perché le persone muoiono lontane da strutture ospedaliere. Muoiono in casa ed è una strage. Non essendoci punti di riferimento, né centri di anestesiologia, né centri di rianimazione… le informazioni che circolano sono poche. Ma chi come noi opera sul campo sa che l'emergenza Covid-19, in Africa, è presente e sta colpendo duramente la popolazione. Accanto a queste attività, abbiamo avviato una raccolta fondi per sostenere famiglie in difficoltà. Piccole somme, certamente, ma come diceva Madre Teresa di Calcutta una goccia è importante e senza gocce non si fa un oceano…
Lei ha accennato alla Libia: un Paese che i media hanno dimenticato, ma in cui continuate a operare…
La Libia è uscita dalle cronache, ma è un punto di continuo snervamento. Non c'è solo la questione dei migranti, di cui a giorni alterni si parla. C'è il problema dell'intera popolazione libica che soffre. Soffre per la situazione di guerra che continua all'interno di questo contesto, ma soffre anche perchè la vita quotidiana è sempre più difficile. Noi continuiamo a supportare la popolazione libica. Abbiamo fatto alcune missioni e abbiamo operato decine di bambini libici, e abbiamo supportato medici libici con formazione e aiuti. Speriamo che anche l'Europa si faccia parte attiva per porre fine a una conflittualità sempre più estesa e dimenticata. Ma noi ci siamo e ci saremo il Libia.
Riprenderete piena attività a settembre, dunque?
Sì e abbiamo un progetto che speriamo di poter portare al Gemelli altri cinque bambini dall'Iraq e dalla Somalia, per operarli.
L'ambiente. Un impegno che state sviluppando da tempo, come si integra con queste attività?
L'ambiente ci sta a cuore da parecchi anni, ma stiamo focalizzando molto i nostri impegni in questa direzione. L'ambiente non è un tema come altri, l'ambiente è il tema che racchiude altre grandi questioni aperte. Lo abbiamo visto proprio in questi mesi, quando l'interconnessione tra ambiente e salute è balzata agli occhi di tutti, anche dei più scettici. Da tempo è certificato scientificamente che un ambiente contaminato favorisce l'insorgere di determinate patologie, pensiamo ai tumori pediatrici, alle patologie polmonari…
I bambini sono sempre al centro di questa grande attenzione…
I bambini sono ovviamente i più esposti a questa interconnessione con un ambiente sano o degradato. Il discorso ambientale è dunque un discorso di preservazione della nostra salute attraverso un controllo delle risorse, degli elementi che vengono a contatto con noi… Un discorso che per Emergenza Sorrisi parte dalla nostra attenzione per i bambini e si allarga fino a toccare quelli che sono gli ambiti di intervento di un'organizzazione umanitaria.
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