Sostenibilità

Amazzonia: nel 2002 distrutti 25mila chilometri di foresta

Un territorio grande come Lazio e Umbria. Ne da' notizia Greenpeace.

di Redazione

In Europa le foreste vengono distrutte dagli incendi di questa estate torrida. In Brasile dalle compagnie del legname. E proprio dall’Amazzonia, polmone verde del globo, arrivano oggi una piccola buona notizia e la conferma di una cattiva: e’ stata completata – dopo una battaglia durata 18 anni – la demarcazione delle terre degli indios Deni per 3,6 milioni di ettari (e li’ le compagnie del legname non potranno piu’ tagliare gli alberi lasciando cosi’ tranquilli i 2.400 indigeni, 200 dei quali non hanno mai avuto contatti con persone al di fuori della loro comunita’), ma allo stesso tempo e’ stato confermato che la deforestazione comunque avanza, con una crescita valutata intorno al 40% in un solo anno, e che nel 2002 sono stati distrutti oltre 25mila chilometri quadrati di foresta amazzonica: una superficie pari a quelle di Lazio e Umbria messe insieme, oppure a 5 milioni di campi da calcio. Ne da’ notizia Greenpeace. Gli indios brasiliani ‘Deni’ hanno festeggiato con canti e danze la vittoria di una lunga battaglia: si e’ completata infatti la demarcazione delle terre indios della regione (3.600.000 ettari di Amazzonia), dove le compagnie del legname non potranno piu’ tagliare gli alberi. Gli indios sono stati sostenuti da Greenpeace e da due organizzazioni che si battono per gli indigeni, Cimi e Opan. In queste terre, che ancora non sono state studiate scientificamente, potranno vivere dei prodotti della foresta 2.400 persone, tra cui gli ‘Hi-mariman’, un gruppo di meno di 200 indios che non ha mai avuto contatti con persone al di fuori della comunita’ indigena. E’ dal 1999 che Greenpeace si batte per i Deni, dopo aver scoperto che la compagnia malese del legname WTK aveva acquistato 313.000 ettari di foresta, di cui la meta’ nel territorio degli Indios, per sfruttare il legname. Nel 2001, l’associazione ambientalista ha mandato volontari da tutto il mondo per aiutare i Deni nel processo di autodemarcazione dei propri confini, fornendo loro assistenza e insegnando l’uso del gps e di altri strumenti necessari al lavoro da compiere. Il governo brasiliano, dopo un mese di lavoro, ordino’ alle Ong di lasciare l’area e ai Deni di bloccare il lavoro. Gli indios decisero di non mollare e un mese dopo l’allora ministro della giustizia, Jose Gregori, riconobbe con un atto formale i confini delle terre Deni. A maggio 2003 e’ iniziata cosi’ la delimitazione da parte del governo dei confini dell’area ed oggi il processo e’ stato finalmente completato.


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