Non profit

Amato non fare lo smemorato

Commento di Riccardo Bonacina

di Riccardo Bonacina

Caro presidente Amato,

malgrado il cognome che porta, le circostanze che l?hanno portata alla guida del quarto Governo di questa legislatura, il suo stesso, incertissimo discorso alla Camera, non ci hanno certo scaldato il cuore. Nessuno, credo, potrà nutrire nei confronti del suo governo soverchie speranze e aspettative, sia perché avrà una vita operativa di pochi, pochissimi mesi, sia perché è sostenuto da una maggioranza i cui elettori diminuiscono in maniera direttamente proporzionale al moltiplicarsi delle sigle partitiche e dei reciproci risentimenti. Ma il fatto di non essere amato né dal popolo né dai colleghi politici può trasformarsi in una buona chance, giacché la politica è un quotidiano esercizio di realismo pratico. Per questo, caro presidente, ci permettiamo di sottoporle un?agenda di impegni che l?intero Terzo settore sottopone alla sua attenzione. Si tratta di 20 punti, di venti fondamentali richieste. Sono impegni che i premier che l?hanno preceduta (Prodi, D?Alema I e D?Alema II) avevano sottoscritto e preso, eppure solo 5 di questi impegni sono stati realizzati, e alcuni solo parzialmente. Malgrado alcuni ministri stiano godendo di una condizione rarissima nella storia repubblicana, quella di rimanere cinque anni al Governo. Si tranquillizzi, Presidente, non siamo così sciocchi o sognatori da chiederle il compimento di quell?agenda cui non si sono dedicati neppure i tre governi di centro sinistra che l?hanno preceduta nei quattro anni già trascorsi. Eppure, con realismo, qualcosa si può fare, qualcosa si può portare a compimento: la riforma del servizio civile, per esempio, o quella sull?assistenza; scelga lei. Una cosa, però, non perdoneremo a lei e alla sgangherata coalizione che la sostiene. Entro l?anno il disegno di legge sulla remissione di 6.000 miliardi di debito che l?Italia vanta dai Paesi poveri diventi realtà.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.